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Pressione per i tamponi in vista del green pass. Attività e servizi a rischio il 15 ottobre

L'entrata in vigore dell'obbligo della certificazione per il lavoro pubblico e privato si avvicina. Ulss 3: «Persiste una parte della popolazione che non si è ancora vaccinata e che in alcuni casi utilizza il tampone come via alternativa impropria»

L'entrata in vigore dell'obbligo del green pass per il lavoro pubblico e privato si avvicina e aumenta la domanda di vaccini e tamponi. L'azienda Ulss 3 fa sapere che nessuna attesa impropria è stata rilevata a piazzale Roma, al punto tamponi. L'azienda sanitaria sottolinea il corretto svolgersi delle operazioni nonostante alcuni momenti di pressione da parte dell'utenza che si rivolge al servizio. La pressione è forte in particolare in questi giorni che portano verso l'obbligatorietà del green pass. L'Ulss 3 ricorda, «i punti tampone, quello di piazzale Roma e tutti gli altri attivi nel territorio, stanno assolvendo a una funzione cruciale resa ancora più faticosa dal persistere di una parte della popolazione che non si è ancora vaccinata e che in alcuni casi utilizza il tampone come via alternativa impropria per accedere al green pass temporaneo. 

Aumenta la preoccupazione per le attività che potranno essere a rischio, dai servizi pubblici essenziali, come i trasporti o l'asporto rifiuti, alle grandi produzioni e le piccole imprese, quelle con pochi dipendenti molto specializzati, difficilmente sostituibili. Il Comune, con le società partecipate, ha chiesto con una lettera ai dipendenti, circa 10 mila persone, di far sapere se saranno in possesso del green pass così da programmare le attività in tempo ma in molti, anche su sollecitazione dei sindacati, hanno preferito non rispondere per privacy. Sarà difficile avere un quadro preciso della situazione prima del 15 ottobre e sapere fino a che punto l'obbligo del pass metterà in crisi la produzione di beni e servizi. Incognite anche nel privato. Le unità a ciclo produttivo continuo potrebbero avere delle difficoltà con i lavoratori non vaccinati, se sono assenti o se la validità del tampone scade nel mezzo di un turno lavorativo. Ma l'incognita riguarda anche il fronte dell'assistenza ad anziani e disabili, dove in mancanza di green pass migliaia di famiglie rischiano di rimanere senza badanti.

Molte aziende restano ferme sull'idea di applicare alla lettera il dettato del decreto legge, quindi di provvedere solo al controllo del possesso della certificazione verde da parte dei dipendenti. Altre mettono in conto di sostenere la spesa dei tamponi per quei lavoratori, praticamente insostituibili, che non intendono o non possono vaccinarsi, pur di garantirsi la presenza del personale. 

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