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Martedì, 19 Marzo 2024
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L'associazione degli assistenti bagnanti partita da Jesolo si allarga e diventa nazionale

Negli ultimi mesi i promotori hanno contattato i colleghi di altre regioni. Obiettivo: stesso trattamento per tutti. E una proposta: «A disposizione per aiutare la protezione civile in caso di necessità»

I rappresentanti degli assistenti bagnanti allargano la squadra: dal 20 febbraio l'associazione regionale costituita nel maggio 2020 a Jesolo, dopo una serie di contatti avviati con altre realtà nel resto del Paese, è diventanta ufficialmente Associazione nazionale assistenti bagnanti (A.N.A.B.).

Fin dalla sua nascita l'ente opera con l'obiettivo di garantire maggiori tutele e sicurezze per i bagnini e, di conseguenza, per tutti coloro che frequentano le spiagge. Ora la platea si amplia e gli stessi concetti andranno "esportati" cercando di rendere questo tipo di professionalità il più omogeneo possibile su tutte le coste italiane. A tal proposito, nel periodo invernale il gruppo di lavoro si è già attivato contattando i colleghi di altre regioni, come il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e la Sicilia. «Tanti colleghi con lo stesso obiettivo - spiegano i promotori - e cioè rendere il lavoro più sicuro e qualitativamente migliore».

Oltre ad unire tutte le regioni, il gruppo cercherà di assoldare più associati possibile. In Italia, nel 2019, si contavano circa 15 mila addetti al salvataggio, tutti brevettati con le principali società di salvamento. «Speriamo - dice il presidente Guido Ballarin - che questo numero sia sempre maggiore per dare soprattutto ai giovani l’inizio di una esperienza affascinante che insegna uno stile di vita corretto. Il lavoro rimane sempre lo stesso e anzi, con questo sodalizio, vogliamo migliorarne la qualità, garantendo al turista un mare sempre più sicuro».

«Al momento - continua Ballarin - l’ente conta un cospicuo numero di associati che stanno credendo in questa realtà perché, come noi, fanno parte del litorale veneto, regione dove tutto è partito». I soci fondatori, oltre al presidente Ballarin, sono Nico Massarin, Alessandro Rorato, Renzo Priviero, Massimo Camillo, Francesco Lazzarini e Mauro Emanuelli. «Insieme - conclude Ballarin - vogliamo arrivare a collaborare attivamente con le istituzioni ed enti preposti e, se necessario, renderci volontariamente disponibili per aiutare il corpo della protezione civile in caso di necessità. Il nostro motto è: "Riunirsi è un inizio, restare insieme un progresso, raggiungere obiettivi comuni un successo"».

I temi trattati fin qui dall'associazione sono tanti e di varia natura. «Il nostro è un mestiere rischioso - ricorda Rorato - Ci siamo uniti per avere forza, ottenere maggiore dignità e chiedere più tutele». Non solo: la rete è utile anche come punto di riferimento per i nuovi arrivati, per organizzare corsi di aggiornamento, scambiarsi idee e competenze, dialogare con i vari enti e istituzioni. E poi per portare avanti richieste contrattuali: orari e condizioni di lavoro, salari, questioni di sicurezza come la necessità della presenza di due bagnini in ogni postazione anche durante la pausa pranzo. Infine, può costituire un aiuto nella tutela legale.

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