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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il turismo di Venezia nel 2021 perde due miliardi di euro

La stima è del presidente di Ava, Vittorio Bonacini, riconfermato per altri 5 anni alla guida dell'associazione

«Se nel 2020 il fatturato degli hotel veneziani aveva subito un calo dell’80%, per quest’anno si stima comunque una perdita, per il turismo cittadino, di circa 2 miliardi di euro». Parole di Vittorio Bonacini, rieletto ieri per altri 5 anni alla guida dell'Associazione veneziana albergatori (Ava).

Le città d'arte, Venezia in primis, vivono di turismo internazionale, specie quello extraeuropeo, «ma i voli intercontinentali sono scomparsi e non c’è più la clientela statunitense, canadese, giapponese che giungeva con voli a lungo raggio. - ha spiegato Bonacini - I nostri albergatori son stati bravissimi nel riposizionare le loro imprese. Si è puntato sul turismo di prossimità europeo e su quello italiano, dando valore a provvedimenti governativi non brillanti come i buoni vacanza. Ciò però ha portato ad alberghi aperti ma semivuoti, crollo dei prezzi di vendita delle stanze».

Occupazione alberghi di Venezia nel 2021

Guardando ai dati, nei primi mesi dell’anno gli hotel erano quasi tutti chiusi e l’occupazione era sotto il 15%, in alcune fasi di zona di rossa la città era completamente vuota. A maggio e giugno con l’allentamento delle misure l’occupazione è salita ma solo in modo lieve, attestandosi tra il 30 e il 50%. A luglio le presenze di turisti italiani ed europei di prossimità ha convinto altri hotel ad aprire e ha fatto salire il dato al 70%, registrando un picco dell’80% in corrispondenza di ferragosto e della fine del mese di agosto. A settembre, con il 75/80% delle strutture aperte, nel fine settimana si aveva un’occupazione media intorno all'80%, in particolare durante la Mostra del cinema, ma scendeva al 60% durante la settimana. A inizio ottobre il dato scende leggermente ma in generale la media sembra tenere. 

Per il presidente di Ava non è realistico pensare che per il 2022 tutto sarà risolto. «Bisognerà imparare a convivere con il virus. - ha detto - Purtroppo le campagne vaccinali nel mondo sono così lente che viene dato tempo al virus di modificarsi. Se non altro ora lo conosciamo: per ora abbiamo i vaccini e in futuro avremo presumibilmente anche altri farmaci. Fortunatamente permane il desiderio di viaggiare e prevedere un 2022 in cui (salvo recrudescenze pandemiche) il turismo europeo si riaffacci in massa sul Bel Paese con il timido ritorno turisti d'oltreoceano non sarebbe cosa azzardata. Conto vivamente di vedere nel 2023 una città con il suo territorio tornati alla normalità».

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