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Biennale, progetto per portare l'Archivio storico in Arsenale

È uno degli interventi in cui la Fondazione investirà i fondi del recovery. Cicutto: «Vogliamo creare residenzialità e dialogare con la città»

Con 170 milioni di euro dal recovery fund la Biennale intende investire in progetti per la città, creare residenzialità e attivare sinergie con le altre istituzioni culturali. E il primo, grande progetto è quello della nuova sede dell'Archivio storico all'Arsenale. Il presidente Roberto Cicutto ne ha parlato oggi nel corso delle Commissioni consiliari cultura e turismo del Comune di Venezia: «Questa cifra sarà dedicata agli investimenti e non a sistemare i conti, che sono perfettamente in ordine - ha spiegato -. Servirà a creare residenzialità e luoghi di studio, non solo all'Arsenale ma anche al Lido, nell'entroterra e in tutti i luoghi in cui si muove questa Fondazione culturale».

Con un focus, appunto, sul trasferimento dell'Archivio storico delle arti contemporanee, che ora si trova al Vega di Mestre (e in parte ai Giardini) e che sarà trasferito all'Arsenale di Venezia: «Un progetto già iniziato, che si svilupperà in un luogo contiguo alle nostre mostre e che permetterà di ampliare le attività della Biennale diventando un'attrazione permanente», dice il presidente. Si tratta, secondo Cicutto, di «progetti che permettono di ampliare luoghi e infrastrutture che possono essere utilizzati dalla città», in un «processo di crescita e messa a norma delle attività della Biennale». 

Il piano relativo all'archivio è stato spiegato dalla direttrice degli affari legali, l'avvocata Debora Rossi: «La nuova sede sarà all'Arsenale, nell'edificio di fianco al complesso delle Corderie» e l'idea è di «accogliere ricercatori, artisti e studenti» che sempre più mostrano interesse verso l'Archivio, che intanto cresce e sta diventando un centro di ricerca internazionale. Esiste già un laboratorio, in collaborazione con diverse università tra cui la Iulm di Milano e la Sapienza di Roma, che porterà studenti in visita all'Archivio, a gruppi di dieci, per progetti di studio e ricerca. Tutto questo, dice Rossi, «merita una sede più ampia, che sia non solo uno spazio per documenti ma anche per le attività», e quindi «un'area che ospiti postazioni di ricerca e ache spazi per la residenzialità» destinati ai «ricercatori in residenza».

Una via di sviluppo che in qualche modo si coniuga con gli intenti dichiarati dall'amministrazione: «Se vogliamo davvero elevare la qualità del turismo dobbiamo fare forza sulla cultura», hanno concordato le presidenti delle commissioni interessate, Giorgia Pea e Silvia Peruzzo Meggetto. Anche l'assessore Paola Mar ha gradito il progetto: «È una importante operazione di ampliamento delle attività delle Biennale. Apprezzo la sinergia con le altre istituzioni di Venezia, la Biennale è parte integrante della città ed è bella l'idea di una "residenze d'archivio"».

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