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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Biomonitoraggi sui microinquinanti, presidio a Venezia: «Vogliamo i fatti»

Il comitato “No inceneritori Fusina”: «Un dato di cui tenere conto prima di aggiungere altri carichi ambientali nelle aree dei Comuni attorno a Porto Marghera»

È trascorso un anno dall'interesse che gli assessori regionali, alla Sanità, Manuela Lanzarin, e alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, avevano dimostrato riguardo ai biomonitoraggi chiesti da alcune associazioni veneziane, per verificare la presenza di inquinanti nel latte materno e nelle unghie dei bambini, in particolare nell'area di Porto Marghera. I comitati avevano organizzato un presidio davanti alla sede della Protezione civile regionale nel corso del quale erano stati ricevuti dagli assessori. Nei mesi a seguire era partito un tavolo con il dipartimento di Prevenzione, guidato dalla dottoressa Francesca Russo che, dopo tre incontri, afferma il portavoce del gruppo “No inceneritori Fusina”, Mattia Donadel, «si è fermato, nonostante il parere favorevole all'ordine del giorno nei Consigli comunale e regionale». A farsi avanti per la regione era stata la consigliera Erika Baldin (M5S), mentre per il Comune di Venezia l'istanza è stata sostenuta dalla consigliera Sara Visman (M5S). 

«La Regione ci ha fatto sapere che saremo convocati a fine febbraio - dice Donadel - Dopo un anno vogliamo un avvio concreto e fattivo del monitoraggio su tutto il territorio metropolitano dell'area di Porto Marghera. Abbiamo mandato alla Regione gli approfondimenti sulla valenza scientifica di queste verifiche sullo stato di accumulo di micro-inquinanti, specie nell'organismo dei bambini. Un dato di cui tenere conto prima di aggiungere ulteriori carichi ambientali in queste zone, già duramente provate. Abbiamo chiesto siano coinvolti anche i medici Isde (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) - continua Donadel - È la Comunità europea stessa a caldeggiare i biomonitoraggi per verificare lo stato di accumulo di inquinanti, in questo caso nell'organismo umano. Se non avremo risposta a fine mese ci muoveremo di conseguenza», annuncia.

«Sulla base della richiesta di attivazione di studi di biomonitoraggio per la ricerca di sostanze tossiche e inquinanti nella popolazione dell’area metropolitana del Comune di Venezia e dei Comuni limitrofi, la Regione si è sempre fatta portavoce nei confronti degli enti centrali per dare risposte alle richieste avanzate dai comitati - replica la Regione - A livello nazionale mancano delle linee guida omogenee per monitorare gli effetti sulla popolazione causati da impianti (come l'inceneritore di Fusina). Su questo aspetto la Regione ha intrapreso un percorso di confronto con l’Istituto superiore di Sanità. Lo stesso, il 20 gennaio, disaminando la questione relativa al Sin (Sito di interessa nazionale) di Porto Marghera, ha specificato che la strada principale è quella del monitoraggio ambientale, attivitàche per quanto riguarda l’inceneritore di Fusina, come prescritto nella concessione di Via (Valutazione di impatto ambientale), è stata già realizzata nella stagione fredda (autunno 2020) ante-operam e post-operam nella primavera 2021. I dati raccolti sono stati valutati da Arpav e dall’azienda Usl 3. Il tema sarà oggetto della prossima Commissione regionale Ambientale e Salute che si terrà il 14 febbraio, di cui si darà riscontro».

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