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Confartigianato Venezia: «La crisi politica congela quasi un miliardo di euro»

Il presidente della Confartigianato Metropolitana Imprese di Venezia Siro Martin: «Il dramma non sono le elezioni, ma è il momento delicato in cui ci troviamo a rende tragica la situazione. Rischiano di saltare anche le attese riforme strutturali della giustizia, appalti e fisco»

La crisi politica, con il conseguente rallentamento dell'attività di governo, metterà a rischio quasi un milione di euro tra incentivi, investimenti e aiuti alle famiglie. A stimare in contanti il danno collaterale in provincia di Venezia dovuto al collasso della maggioranza in parlamento è l'Ufficio studi della Confartigianato. «Come sempre a pagare il prezzo globale più alto saranno le imprese e le persone – commenta il presidente della Confartigianato Metropolitana Imprese di Venezia Siro Martin -. In un momento fragilissimo tra caro energia, guerra e crisi internazionale, il sistema Italia rallenterà fino alla nomina di un nuovo esecutivo. Nulla in contrario a nuove elezioni, ma in questo momento il vuoto politico generato alla guida del Paese è solo un danno».

Secondo l’analisi fatta da Confartigianato, la crescita degli investimenti previsti in provincia si ridurrebbe di circa 900 milioni di euro; verrebbero meno circa 200 milioni di interventi previsti per frenare il caro-energia per famiglie e imprese, a causa delle turbolenze economiche (spread) si pagherebbero oltre 54 milioni in più sui prestiti bancari per il rialzo dei tassi di interesse, inoltre dovremo rinunciare a oltre 70 milioni di euro generati dall'effetto espansivo della Legge di bilancio 2023 mentre, la mancata riduzione della pressione fiscale peserebbe 65 milioni di tasse in più. Ma non è finita; un incompleto raggiungimento degli obiettivi del Pnrr metterebbe a rischio, solo in provincia di Venezia, circa 322 milioni di euro di finanziamenti Ue, mentre il blocco dei crediti fiscali per i bonus edilizia peserebbe per 94 milioni sulle imprese con le relative ricadute in termini occupazionali nella filiera lunga del comparto delle costruzioni. Totale: oltre 895 milioni di spese per interventi, investimenti e tagli congelati. «Infine – conclude Martin – per le micro, piccole e medie imprese peseranno anche le mancate, e attese da anni, riforme alla giustizia, regolamento appalti e fisco, che evidentemente verranno rimandate e dovranno essere ridiscusse da zero dal nuovo esecutivo».

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