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Cannabis, la Cassazione dice «No» ma il progetto di legge va avanti lo stesso

La sentenza delle sezione unite penali non ha vietato la coltivazione della pianta ai fini agroalimentari e agroindustriali. L’iniziativa legislativa regionale può continuare il percorso

Anche in Veneto è boom di coltivazioni di canapa, che sta scoprendo un rinnovato interesse con esperienze innovative praticate in particolar modo dai neo imprenditori agricoli. Proprio gli under 30 di Coldiretti sono stati promotori di una proposta di legge volta a sostenere la filiera per incrementare la coltivazione di questa pianta su tutto il territorio. Un testo che deve essere discusso per le correzioni e le eventuali migliorie. Ma il cui iter procederà, spiega Coldiretti. Ecco perché.

La Cassazione

La recente sentenza delle sezione unite penali della Corte di Cassazione, pone fine a un contrasto giurisprudenziale affermando che non è possibile commercializzare le foglie, le infiorescenze, l’olio, la resina ottenuti dalla coltivazione della canapa, salvo che siano privi di efficacia drogante. Ma non ha vietato la coltivazione della pianta ai fini agroalimentari e agroindustriali. L’iniziativa legislativa che si basa sulla normativa nazionale mira proprio a incentivare la filiera agroalimentare e può quindi continuare il suo iter. «Rilevante – spiega Alex Vantini delegato regionale e vice nazionale di Giovani Impresa – il fatto che si intende sostenere anche economicamente la produzione e trasformazione del prodotto locale, attivando progetti pilota dal forte valore ambientale e studi di fattibilità prevedendo una meccanizzazione ad hoc per agevolare le aziende nella raccolta».

Le piante e gli usi

Tante sono, infatti, le varianti della canapa. Dai biscotti e taralli al pane di canapa, dalla farina di canapa all’olio, ma c’è anche chi usa la canapa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra. Dalla canapa si ricavano soluzioni per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Se c’è chi ha utilizzato la canapa per produrre veri e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per assicurare capacità isolante sia dal caldo che dal freddo, non manca il pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.

Produttori di canapa

Per Coldiretti, si tratta di un ritorno alla coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino, spiega la Coldiretti, è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta. ll governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore, mentre nel 1975 esce la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scomparvero.

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