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Litorale a corto di manodopera artigiana: mancano mezzo migliaio di impiantisti

L'allarme di Confartigianato: «Lavoro ce n'è in abbondanza ma facciamo sempre più fatica a soddisfare tutte le richieste, non troviamo personale qualificato o da formare»

«Per la stagione estiva siamo già a corto di manodopera, siamo alla ricerca di mezzo migliaio di persone da assumere per dare risposte alle tante richieste d’intervento tra campeggi, alberghi, strutture ricettive e residenze estive». L’allarme arriva da Rossano Lazzarini, vice presidente del settore impiantistico di Confartigianato Venezia e rappresentante per la categoria del litorale del Cavallino, che nel corso assemblea degli impiantisti della Confartigianato di Cavallino-Treporti ha denunciato la cronica mancanza di personale.

«Il nostro è un territorio a crescente trazione turistica – ha detto Lazzarini – ma ormai da anni viviamo con questa cronica mancanza. Lavoro ce n'è in abbondanza per tutta la stagione estiva ed oltre, ma facciamo sempre più fatica a soddisfare tutte le richieste, non solo perché non troviamo personale qualificato, ma anche semplicemente da formare». La categoria, che comprende gli operatori elettrici, termoidraulici ed elettronici per complessive 35 aziende e circa 150 addetti tra titolari e dipendenti vive, ormai da anni, questo paradosso che caratterizza diversi settori dell'artigianato. Ad una richiesta di interventi in espansione, corrisponde una capacità di lavoro in contrazione da parte delle aziende impiantistiche per la difficoltà di reperimento di manodopera.

«Non è colpa di salari bassi o turni fuoribusta»

E la colpa, in questo caso, non può essere imputata a salari bassi o turni fuoribusta di dieci ore al giorno. «Noi operiamo con gli orari dell’attività e di certo non è la regolarità fare le ore piccole per aggiustare e fare interventi. Certo ci può essere la chiamata d’emergenza ma appunto è una situazione emergenziale, e come paga base, si parla di 1400 euro netti», ha aggiunto Lazzarini. E così se per questa stagione la categoria dovrà fare i salti mortali per garantire servizi indispensabili all’utenza, grandi speranze sono riposte nella recente riforma degli istituti tecnici superiori, naturale serbatoio dei nuovi artigiani. La sensazione, però è che, oltre ai tempi lunghi per la creazione di nuovi profili da inserire all'interno delle imprese, ci sia a monte un problema culturale di scarsa attrattività del comparto artigiano in genere per le nuove generazioni, «che evidentemente sperano di vivere di social e non di lavoro», ha detto Lazzarini. «Dobbiamo approcciarci al mondo delle scuole con modalità e linguaggi nuovi – ha concluso Massimiliano Rasa, vicepresidente di Confartigianato Venezia e presidente del settore impiantistico - per stringere collaborazioni più concrete e utili per tutti, studenti e imprese, e porre in risalto le possibilità e le gratificazioni, anche economiche, che un settore come il nostro è in grado di riservare».

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