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Caro bollette: l’impennata danneggia le imprese e riduce il reddito delle famiglie

Zanon (Confcommercio): “Rincari su energia elettrica, gas, ciclo idrico e gestione rifiuti: una batosta pesante per tutto il terziario, il settore più penalizzato dalla pandemia. Servono riforme strutturali e misure immediate”

E’ di tutta evidenza come il trend al rialzo dei prezzi delle materie prime energetiche risulti in fortissima accelerazione, influendo in modo drammatico sui costi di gas ed elettricità, ma a cascata anche sulle altre utility energivore come ciclo idrico e gestione rifiuti. Questa situazione, che si è palesata già ad ottobre/novembre 2021, sfiora adesso l’emergenza sociale col nuovo, previsto ma temibilissimo aumento che sembra ormai inevitabile. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha previsto che nel primo trimestre 2022 si registrerà un aumento del costo dell’energia elettrica con una variazione della spesa complessiva del 55%.

“Il punto – dice Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Unione Metropolitana Venezia e Rovigo – è che tali aumenti seguono quelli già avvenuti che hanno inciso pesantemente sulle tasche di tutte le imprese". Nessuna tipologia di impresa si salva da questa mannaia, tutte sono colpite proporzionalmente ai costi che sostengono che, pur nelle diversità, risultano insostenibili anche per breve tempo. “Non si può pensare – sottolinea Zanon – che il fabbisogno energetico riguardi solo i settori dell’industria e dell’artigianato produttivo: la batosta è altrettanto pesante, nei numeri e nella sostanza, per tutto il mondo del terziario. Aumenti di questo tipo rischiano di far esplodere situazioni già difficili da sostenere che riguardano ogni tipo di realtà aziendale". 

E il caro bollette provoca non solo costi diretti per le imprese, ma anche l’inevitabile ridimensionamento del reddito reale delle famiglie e della loro capacità di spesa, che, inesorabilmente, si tradurrà ancora una volta in una contrazione dei consumi che andrà a discapito delle imprese. “Le imprese – prosegue Zanon – non possono essere lasciate sole ad assorbire l’urto della crisi energetica internazionale, né possono essere chiamate a reggere l’effetto soluzioni mirate a un diverso impatto ambientale. Occorrono riforme strutturali e misure immediate per compensare gli effetti negativi, che, diversamente, rischiano di mettere in ginocchio, anche ma ancora una volta, il mondo del terziario, il più penalizzato da questa pandemia”.

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