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Disastro a Genova, Cav: "Monitoriamo le opere con software innovativi e reinvestiamo"

Circa 77 i chilometri di autostrade, svincoli e raccordi gestiti dalla società. "Per statuto i dividendi non vanno ai soci, ma vengono impiegati per creare infrastrutture sul Veneto"

Dopo il disastro di Genova molte le domande che i cittadini si pongono sullo stato di salute dei manufatti di attraversamento quotidiano. Viadotti, ponti e cavalcavia, gestiti in Veneto, per un totale di circa 80 opere d'arte, nei 77 chilometri di competenza, da Concessioni Autostradali Venete. "Il monitoraggio e la manutenzione di queste opere sono costanti e approfondite - scrive la società - e avvengono attraverso un software che genera informazioni utili a definire un programma di gestione".

Algoritmo

È il presidente di Cav, Luisa Serato, ad affermarlo: "Queste opere sono costantemente controllate, soprattutto dopo la firma di un accordo, avvenuto alcuni anni fa, tra la Società concessionaria e il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Padova. La collaborazione consiste nell’utilizzo di un software basato sull’osservazione e il monitoraggio continui dei vari elementi che compongono queste opere. I risultati del monitoraggio alimentano un database che successivamente, attraverso un algoritmo messo a punto dall’Università, fornisce un riscontro dello stato del manufatto, sulla base del quale viene poi definito il programma di manutenzione. In questo modo le circa 80 opere d’arte in gestione a Cav (tra cui i ponti sulla A4, compresi quelli recenti del Passante di Mestre e sulla A57, con lo storico viadotto della Tangenziale di Mestre), sono costantemente tenuti sotto stretta osservazione".

Utili

In merito, inoltre, al dibattito che dal disastro di Genova si è generato attorno al sistema delle concessioni autostradali, Cav sottolinea la peculiarità del proprio assetto societario e della mission, che la rende unica nel panorama delle concessioni autostradali italiane: "La Società – spiega il presidente  - è partecipata al 50% da Anas e al 50% dalla Regione Veneto e ha per previsione statutaria il reinvestimento complessivo degli utili in nuove infrastrutture sul territorio del Veneto, su decisione della Regione di concerto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Non è prevista, pertanto, alcuna redistribuzione dei dividendi fra i soci (Anas e Regione)".

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