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Ecco la legge che regolarizza gli alloggi turistici: nasce il codice identificativo regionale

Previste sanzioni salate per i trasgressori: fino a 19mila euro. Il regolamento specifico dovrebbe essere operativo entro fine anno. Sintonia con il Comune di Venezia

Un sistema che punta a regolamentare un numero enorme di appartamenti nel Veneto, e in particolare nelle città più soggette al fenomeno dell'abusivismo, come Venezia e Verona. È il nuovo disegno di legge regionale sulle locazioni turistiche ("disposizioni in materia di ricettività turistica"), già licenziato dalla giunta regionale e presto in discussione in Consiglio. Sarà seguito da un regolamento specifico che, se tutto andrà per il verso giusto, dovrebbe essere operativo entro fine anno. Il provvedimento, in sostanza, prevede per gli appartamenti in affitto turistico nuove prescrizioni in materia urbanistica, di sicurezza, di edilizia e igienico-sanitaria, con l'introduzione di un codice identificativo obbligatorio per tutti coloro che hanno un'attività di questo tipo. Il codice andrà riportato nelle inserzioni online, a garanzia - anche per il cliente - che l'alloggio è regolare.

Il codice sarà richiesto alla Regione

La normativa riguarda oltre 37mila strutture in Veneto (per farsi un'idea della dimensione: quelle soggette a classificazione, ovvero hotel, camping, b&b eccetera, sono 9mila), oltre a eventuali alloggi completamente in nero. Tutte queste attività dovranno fare richiesta del codice identificativo, previa autocertificazione del rispetto delle nuove norme, per poter continuare ad operare, ed entreranno così nel database regionale. La novità importante sono le sanzioni previste, rese molto più aspre rispetto al passato: se si sommano le violazioni si può arrivare fino a 19mila euro. I controlli sul rispetto delle stesse sono delegate ai Comuni (tramite la polizia locale), i quali avranno accesso diretto al database e riscuoteranno l'importo delle sanzioni.

«Passo verso la regolarizzazione del settore»

«È un provvedimento che da tempo ci veniva richiesto dalle amministrazioni comunali, - riferisce l'assessore al Turismo Federico Caner - necessario per regolarizzare una porzione molto importante del settore turistico. Qualcosa di simile è stato tentato dalla Regione Lombardia, ma il provvedimento è stato impugnato dall'Avvocatura di Stato e volevamo evitare che questo accadesse anche per noi, quindi abbiamo atteso le motivazioni. Questa legge regionale porterà diversi benefici: le attività dovranno mettersi in regola con la tassa di soggiorno (che va al Comune), la trasmissione dei dati alla questura e la posizione fiscale; inoltre rientreranno nelle statistiche, permettendoci di avere un quadro completo del turismo regionale. Alle amministrazioni comunali spetta il compito di vigilare perché le norme siano rispettate».

Legge "a misura di Venezia"

Si tratta, come detto, di una legge chiesta a gran voce soprattutto da Comuni ad alto afflusso turistico, a partire da Venezia, e per questo il dialogo con l'amministrazione Brugnaro è stato costante. Da tempo si chiede una regolamentazione degli alloggi extra-alberghieri, un settore in cui - come ricordato da Caner - esiste una importante sacca di abusivismo, con le conseguenze che ne derivano: rischi sul fronte della sicurezza (perché gli ospiti non sono segnalati alle forze dell'ordine), offerta di scarsa qualità, concorrenza sleale. Oltre a un'espansione fuori controllo degli spazi dedicati ai turisti, a scapito di quelli per residenti. «Non ce l'abbiamo con questa categoria - precisa l'assessore - ma ci siamo resi conto dell'esistenza di organizzazioni che gestiscono centinaia, addirittura migliaia di appartamenti, senza fare denuncia. Dobbiamo combattere questo fenomeno».

Questione di competenze

La norma veneta si differenzia da quella lombarda sotto alcuni aspetti fondamentali. «Abbiamo aspettato che il Consiglio di Stato depositasse le motivazioni del ricorso per elaborare il nostro progetto», chiarisce Caner, spiegando che il ricorso si basava sul fatto che la locazione è regolamentata dal diritto privato ed è competenza statale. Ma il turismo è competenza regionale e la norma in questione non va a influire sulla locazione ma sulla gestione del turismo. Alla Lombardia è stato contestato ad esempio che l'ottenimento del codice dovesse essere anteriore all'inizio dell'attività di locazione: così si obbligava di fatto un privato a munirsi di un codice intervenendo sulla locazione. In Veneto, invece, sarà direttamente la Regione a fornire il codice solo dopo che il privato avrà presentato la comunicazione di inizio attività di locazione. Così il problema non si dovrebbe porre. In ogni caso, «ho presentato il nostro progetto al ministro Centinaio e spero che il Veneto sia preso a modello anche a livello nazionale», conclude Caner, rivelando che «Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno chiesto di avere in visione il progetto di legge per poterne elaborare uno simile».

Pd: «La proposta di legge c'era già»

L'opposizione, sul tema, lamenta una mancanza di confronto. Pigozzo, Salemi e Zottis (Pd) commentano: «L'assessore avrebbe fatto meglio a mandarci la propria proposta da affiancare alle nostre, visto che ha praticamente ripreso il progetto di legge che abbiamo depositato lo scorso giugno e ancora non è stato esaminato in Commissione. La nostra battaglia parte da lontano: già nell’aprile 2017 avevamo presentato un progetto di legge statale per evitare eventuali impugnazioni, sostenendo la necessità di intervenire in maniera organica, concentrandoci su alcuni punti: eliminare la concorrenza sleale con le altre tipologie turistiche ricettive, contrastare l’abuso della professione e l’evasione fiscale oltre a eliminare problemi di sicurezza e igienico-sanitari dei locali affittati. Visto che su questo la giunta è d’accordo, si calendarizzi e approvi in fretta il nostro progetto di legge, senza per forza voler piantare bandierine di parte».

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