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Coldiretti Venezia, la formazione è a distanza: manca la copertura di tutto il territorio

Sono decine i corsi di formazione attivi in questo momento per gli agricoltori di Coldiretti Venezia

Sono decine i corsi di formazione attivi in questo momento per gli agricoltori di Coldiretti Venezia. Dal corso per futuri operatori agrituristici che impegna la bellezza di cento ore, al corso di orticoltura biologica, a quello rivolto ai florovivaisti che desiderano specializzarsi in restauro del verde storico, piuttosto che in manutenzione del verde.  Gettonato è il corso per il conseguimento del patentino per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari e anche  quello per guidare il trattore. Non mancano poi corsi indirizzati alle imprenditrici come l’attuale in lingua inglese che sta dando risultati sorprendenti e di soddisfazione: «durante le ore individuali sto imparando una terminologia più appropriata inerente al settore del vino e questo mi aiuterà a gestire con più sicurezza i rapporti con i clienti esteri» afferma Donatella Moretto coadiuvante nell’azienda vitivinicola Vigne del Bosco Olmè.

La pecca

Tutto questo è reso più facilmente realizzabile dalla formazione a distanza che nonostante i primi timori, sta dando i suoi frutti: «Riusciamo a realizzare più ore formative perché gli imprenditori hanno un risparmio di tempo non devono spostarsi in altre sedi spesso lontane dall’azienda- afferma Paolo Capuzzo responsabile della formazione per Impresa Verde- Coldiretti Venezia- inoltre anche dal punto di vista gestionale riusciamo a coordinare più corsi contemporaneamente rispondendo ad esigenze diversificate. «Unica pecca - sottolinea il direttore di Coldiretti Venezia Giovanni Pasquali - consiste nel digital divide che «spezza il territorio tra le zone servite e le altre no, per questo occorre che la fibra e tutti i servizi siano portati nelle aree rurali e messi a disposizione degli imprenditori agricoli per poter usufruire di tutte le aperture dell’agricoltura 4.0».

Colmare la distanza

E’ importante colmare questo gap del digital divide– sottolinea  Coldiretti – anche per poter utilizzare al meglio anche nelle campagne tutto il potenziale delle nuove tecnologie: dai droni che verificano in volo lo stato delle colture ai sistemi informatizzati di sorveglianza per irrigazioni e fertilizzanti, dall’impiego di trappole tecnologiche contro i parassiti dannosi alla blockchain per la tracciabilità degli alimenti. «Le nuove tecnologie digitali sono uno strumento strategico per ripartire da un presente che deve fare i conti con l’emergenza del Covid-19 – conclude  il presidente di Coldiretti Andrea Colla- risolvere il digital divide fra città e campagna permetterà la realizzazione di innumerevoli opportunità che il contesto rurale può offrire e  dimostrare alla collettività grazie alla connessione.»

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