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Comitatone e crociere, Italia Nostra: «Marghera non è la soluzione»

Lettera al governo e ai ministri in vista della riunione di lunedì 21 dicembre. «L'escavo del canale dei Petroli ha provocato il dissesto della laguna centrale»

Sono passati quasi nove anni dal decreto del ministro delle Infrastrutture del 2 marzo 2012 (Clini-Passera), che vietava il transito delle navi superiori a 40.000 tonnellate di stazza lorda nel bacino e nel canale della Giudecca, contemporaneamente ammettendole in attesa della individuazione di "vie di navigazione praticabili alternative a quelle vietate". «Le vie di navigazione alternative non sono state trovate né mai si troveranno: non si può far quadrare il cerchio, tenere la croceristica dentro la laguna e contemporaneamente tutelarla». Italia Nostra, alla vigilia della riunione del Comitatone di lunedì pomeriggio 21 dicembre, che tra i temi all'ordine del giorno vede anche la discussione sul transito delle grandi navi a Venezia, ha scritto una lettera al governo, al premier Conte, ai ministri dell'Ambiente, dei Trasporti, della Salute e dei Beni culturali, (Sergio Costa, Paola De Micheli, Roberto Speranza e Dario Franceschini), contro il passaggio lungo il canale nord, lato nord, la soluzione Marghera, che aveva avuto il via libera nel Comitatone del 2017 ed è quella sostenuta dal sindaco Luigi Brugnaro.

«Nella seduta del prossimo Comitatone il governo sembra apprestarsi a prendere una decisione esaminando l’ipotesi di ricollocazione temporanea, con attracco a Marghera. Non è possibile, a mezzo secolo dall’escavo del canale dei Petroli, ignorare che il traffico navale ha provocato il dissesto della laguna centrale (con la creazione di un cratere, la sparizione della rete di canali che vivificava tutta l’area) e inquinato le acque lagunari - scrive la sezione di Venezia del comitato Italia Nostra -. (La soluzione) rende necessario il raddoppio del canale, già congestionato, e il suo marginamento con opere rigide inconciliabili con la laguna. Esiste una vasta letteratura scientifica (Cnr, Università italiane e straniere) sull’erosione della laguna». E ci sarebbe inoltre il problema, altre volte citato da sindacati e associazioni ambientaliste, della «commistione incompatibile (in base a un’ordinanza della Capitaneria di porto) tra il traffico commerciale e passeggeri, in area soggetta a rischio di incidenti (cosiddetto “Seveso III”)».

Accolta invece la via proposta dall’ex presidente della Autorità portuale, Pino Musolino: «l’attracco in città di una nuova classe di navi (la Classe Europa), di piccola stazza e non inquinanti. Solo la riconversione della Marittima a una portualità compatibile potrebbe salvare la laguna e il futuro del porto. Proseguendo nell’erronea strada della ricollocazione endolagunare di enormi navi inquinanti il governo e i ministri assumono gravi responsabilità - continua l'associazione - il riequilibrio della laguna è sancito dalle leggi speciali, dal Piano morfologico (1994), dal Palav (Piano di area della laguna e dell'area veneziana,1995), dalla commissione nazionale di Salvaguardia (voto unanime del 2004) e dall'Unesco».

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