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Un commissario per avviare il Mose: l'emendamento del Mit, il «No» di Zaia e Brugnaro

Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti prevede una struttura pubblica cui affidare gestione e manutenzione del sistema e una tassa di scopo: dure reazioni dal territorio

Torna l'argomento Mose nello sblocca cantieri del governo, con un emendamento del ministero dei Trasporti che prevede la nomina di un commissario straordinario che sovrintenda alle fasi di completamento, collaudo e avviamento del modulo sperimentale elettromeccanico noto come sistema Mose.

Gestione e manutenzione

«Novità anche per la salvaguardia della laguna di Venezia - scrive il ministero delle Infrastrutture e Trasporti in una nota - . Prevista anche la costituzione di un’apposita struttura pubblica, con partecipazione e capitale sociale di ministero delle Finanze, dei Trasporti, ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del Turismo, ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Città metropolitana di Venezia, Comune di Venezia e locale Autorità di sistema portuale, che dovrà coordinare l’esecuzione e l’affidamento delle attività di gestione e manutenzione del sistema Mose».

Assegnazioni e trasferimenti

Il Mit punta inoltre ad adottare un decreto per la ripartizione delle assegnazioni, a favore dei componenti del comitato per la tutela e la salvaguardia della laguna di Venezia, in modo da accelerare i relativi trasferimenti di soldi e, quindi, consentire l’avvio degli interventi da parte dei Comuni beneficiari.

Legge speciale

«L'esigenza di sbloccare i cantieri dell'opera, giunti al 94 per cento e per cui sono già stati spesi oltre 6 miliardi di risorse pubbliche, non è più rinviabile - scrive Nicola Pellicani, deputato veneziano del Partito democratico -. Un altro commissario, arriverà mai? Non è pensabile sperare di governare Venezia a colpi di decreti. La proposta di aggiornamento della legge speciale, che ho presentato alla Camera, prevede la costituzione di un'agenzia composta da governo, presidente della Regione Veneto, sindaco di Venezia e della Città metropolitana, oltre alla presenza del Magistrato alle Acque. Si apprende anche che il ministero delle Infrastrutture intende emanare un decreto per sbloccare i 265 milioni bloccati da quasi due anni per gli interventi di salvaguardia. Mi chiedo perché si ostini a non convocare il Comitatone. Una nuova, generica e confusa tassa di scopo finalizzata al finanziamento della gestione del Mose - prosegue Pellicani -, il governo ci sta prendendo in giro. Chiedere un contributo straordinario in nome della specialità di Venezia è un conto, altra cosa è fare di Venezia una città a pagamento. Sono stati capaci di far lievitare le spese di palazzo Chigi per la presenza di due vicepresidenti del Consiglio e non riescono a far di meglio che tassare ulteriormente i turisti. Chiederemo che il governo riveda questa copertura».

Il «No» della Regione

«Non sono d’accordo su una riga di quell’emendamento e mi adopererò perché non venga approvato - fa sapere il presidente della Regione Veneto Luca Zaia -. Il Mose è un’opera nazionale e se ne deve occupare il governo. Dissi, e qualcuno rise, che sarebbero serviti 100 milioni l’anno per la sola manutenzione. Ecco, il nodo è venuto al pettine, ma nessuno pensi che a scioglierlo siano le tasche del Veneto e dei veneti». Secondo lo sblocca cantieri la dotazione finanziaria per una nuova gestione commissariale che porti a termine i lavori del Mose dovrebbe essere raccolta anche attraverso l’introduzione di un’apposita tassa di scopo. «Ci si vorrebbe designare come esattori di una tassa. Non se ne parla nemmeno. Se lo Stato esiste, gestisca in proprio la questione nazionale del Mose. Punto. Per giunta – aggiunge il presidente – tutto questo accadrebbe mentre si continua a negarci, ritardando un processo inarrestabile, l’autonomia».

«Emendamento indecente»

«Sono rimasto incredulo e scandalizzato da questa iniziativa confusa ed estemporanea del ministero - afferma il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro -che non è stata condivisa con gli enti locali. Sembra una manovra da burocrati di palazzo che con l'aiuto di qualche “manina” locale ha partorito uno strafalcione, viziato da evidenti profili di incostituzionalità. Come si può solo pensare di proporre tali testi normativi senza consultare il Comune di Venezia, la Città metropolitana e la Regione Veneto? Sono d'accordo con il presidente Zaia e da oggi saremo insieme in battaglia, perché una tale assurdità non venga mai approvata. Inventata anche una nuova società di gestione del Mose che, per finanziarsi, mette le mani nelle tasche dei cittadini. Quante volte dovremmo pagare il Mose?»

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