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I concerti tornano ad animare lo Squero

Dal prossimo 15 maggio la stagione di concerti al via nell’antica officina sull’isola di S. Giorgio Maggiore trasformata in un suggestivo Auditorium con vista sulla laguna

Il 15 maggio la musica torna ad invadere lo Squero, la storica officina per la costruzione di gondole sull’isola di San Giorgio Maggiore ispirata alla struttura dell’Arsenale e divenuta ora un Auditorium unico nel suo genere. La stagione concertistica 2021, organizzata da Asolo Musica in collaborazione con Fondazione Cini, prevede dieci appuntamenti su doppio turno alle 15 e alle 17.30 - ma con la capienza dimezzata per le disposizioni anti-covid - e vede esibirsi i migliori musicisti veneti di ambiente classico e barocco oltre a due apprezzatissime star del mondo jazz. Quel che serve per valorizzare le qualità estetiche e musicali di un luogo straordinario in cui, come dichiara il direttore artistico Federico Pupo, «l'esperienza dell'ascolto si sposa con quella visiva di una Venezia viva che, al calar del sole, cambia lentamente la sua luce esprimendo i suoi colori più belli».

Come da tradizione ad aprire la rassegna sarà il Quartetto di Venezia: i quattro musicisti eseguiranno la Passacaglia e Fuga BWV 582 per organo di Bach trascritta da J. Jorgensen e il Quartetto in Si bemolle maggiore op. 130 di Beethoven. Il concerto del 15 maggio è dedicato, a 10 anni dalla sua scomparsa, a Giovanni Morelli, docente di musicologia all’Università Ca’ Foscari di Venezia oltre che infaticabile organizzatore di convegni musicologici e attività musicali presso la Fondazione Cini, della quale ha diretto l'Istituto per la Musica dal 1985 fino alla morte.

Il quartetto tornerà ad esibirsi allo Squero il 6 novembre, in dialogo con il flauto di Massimo Mercelli in un programma galante che comprende quartetti e quintetti di Boccherini e Mozart, e ancora il 27 novembre in un omaggio a Stravinskij nel cinquantesimo anniversario della morte. In quest’occasione ascolteremo i Tre pezzi per quartetto del compositore russo (1914), opera poco eseguita nella quale l’autore si diverte a sovvertire la tradizionale scrittura per archi, in accostamento con brani di Haydn e Čajkovskij. I quattro musicisti torneranno infine allo Squero per l’ultimo concerto della stagione, il 18 dicembre, insieme al grande pianista e camerista Maurizio Baglini con un programma tutto centrato su Johannes Brahms.

Accanto al Quartetto di Venezia la stagione ospita un'altra storica compagine della nostra regione, L’Arte dell’Arco, fondata nel 1994 da Federico e Giovanni Guglielmo. L’ensemble suonerà il 18 settembre insieme al virtuoso cembalista Roberto Loreggian in concomitanza con «Homo Faber», la grande mostra internazionale di artigianato artistico organizzato dalla Michelangelo Foundation che si terrà all’isola di San Giorgio dal 9 al 26 settembre. Il programma, interamente dedicato a Bach, comprende due concerti per clavicembalo originariamente nati per violino e la prima versione del quinto concerto brandeburghese: un omaggio non solo a Bach, il grande «artigiano» della musica ma anche ai costruttori degli stupendi strumenti musicali utilizzati per le esecuzioni.

Sempre alla musica del grande compositore di Lipsia saranno dedicati i due concerti di Mario Brunello, ospite fisso allo Squero e quest'anno presente in veste di solista con l'integrale delle Sonate e Partite per violino solo di Bach eseguite al violoncello piccolo, il 20 novembre e l’11 dicembre. Un percorso di scoperta anticipato il 13 novembre dalla presentazione di alcuni degli stessi brani sullo strumento originale da parte dell'acclamata violinista Sonig Tchakerian, invitata nel 2013 a registrare proprio le Sonate e Partite per l'etichetta Decca.

Sarebbe dovuto iniziare l’anno scorso, si svolgerà invece quest’anno per la prima volta Squero Jazz  con due pianisti dalla musicalità straordinariamente multiforme e versatileIl 5 giugno, infatti, avremo modo di ascoltare il pianoforte di Danilo Rea, musicista che dal suo debutto nel ’75 ha saputo intrecciare collaborazioni di ogni genere (da Brad Mehldau a Gino Paoli) innovando di continuo il proprio linguaggio, convinto che «per fare jazz bisogna sempre cercare strade nuove, altrimenti non si fa davvero jazz». Il 19 giugno, invece, avremo modo di udire la voce particolarissima di Uri Caine cresciuto nel mezzo della scena jazzistica di Philadelphia e formatosi poi nella variopinta scena newyorkese degli anni '80: un grande eclettico che sfugge ad ogni tipo di etichetta e ci trasporta, ogni volta, in un viaggio sonoro nuovo ed entusiasmante.

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