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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ipotesi coprifuoco, Ascom: «Chiusura anticipata sarebbe il colpo di grazia»

La posizione di Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, dopo le ipotesi di nuove misure restrittive

«Apprendiamo con stupore e preoccupazione di questa ulteriore stretta che sarebbe il definitivo colpo di grazia per il nostro comparto». Sono le parole del presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, Angelo Faloppa, dopo le voci che confermerebbero la volontà del Governo di istituire una sorta di «coprifuoco» che imporrebbe a bar, ristoranti e tutti i pubblici esercizi di abbassare le saracinesche alle 21 o alle 22, fino alle 6 del mattino successivo. Misure che sono in fase di discussione in queste ore da parte del Governo e del Comitato tecnico Scientifico e sulle quali probabilmente già da domenica potrebbe esserci una conferma.

1,3 miliardi di euro in fumo in un mese

A livello nazionale – secondo le stime di Confcommercio – si tratta di un provvedimento che manderebbe in fumo 44 milioni di euro al giorno e 1,3 miliardi in un solo mese. Una perdita enorme che andrebbe ad appesantire un bilancio già abbastanza drammatico, considerando che le stime di perdita di fatturato sul 2020 vedono un calo di ben 24 miliardi di euro. Faloppa, però, sottolinea come i danni andrebbero ben oltre le perdite stimate nell’immediato: «Rischia di saltare una intera gestione della aziende. Un intero tessuto economico (e di conseguenza anche sociale) di piccole realtà a gestione prevalentemente familiare, rischia seriamente di chiudere, con gravissime ripercussioni da tutti i punti di vista - dice Faloppa -. Una nuova misura ancor più restrittiva mette a rischio la sopravvivenza di almeno 15mila bar serali e 40mila tra ristoranti e pizzerie. In queste condizioni tenere aperte le aziende è impossibile. Con noi si mette a rischio una lunga filiera fatta di allevatori, vignaioli, imbottigliatori, casari, produttori artigianali e industriali». La strada da seguire, conclude Faloppa, «deve essere quella applicata per tutti i settori produttivi perché non è più accettabile colpire in maniera indiscriminata l’intero comparto”.

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