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Case all'ex cantiere Actv di Sant'Elena, Martini: «Affronto intollerabile»

Il capogruppo di "Tutta la città insieme!": «È grave voler costruire un nuovo quartiere quando ci sono sestieri desertificati con centinaia di appartamenti sfitti da assegnare»

«Costruire nuovi appartamenti invece che sistemare e assegnare quelli pubblici chiusi. Il nuovo quartiere progettato per gli ex cantieri Actv rappresenta un affronto intollerabile alla cittadinanza». All'indomani dell'approvazione in giunta del progetto di realizzazione di un nuovo quartiere residenziale a Sant'Elena, prima del passaggio in Consiglio comunale per l'approvazione della variante, la critica del consigliere d'opposizione, capogruppo di "Tutta la città insieme!", Giovanni Andrea Martini, è dura.

«Al di là dei temi ambientali - afferma - la cosa più grave è voler costruire un nuovo quartiere quando ci sono sestieri desertificati con centinaia di appartamenti sfitti e da sistemare e assegnare. È necessario insomma intervenire sulle case sfitte e ammalorate, è necessario restaurare il patrimonio di appartamenti pubblici prima di far intervenire i privati sulla città. Perchè il tema è sempre quello, cioè la volontà di questa amministrazione di aprire a investitori privati che certo nulla regalano alla residenza e ai residenti».

«Chi è il privato che ha intenzione di investire su quest’area? Qual è la sua identità? - Domamda Martini - Attualmente non è ancora stata avviata la discussione sul regolamento da applicare alle affittanze turistiche. Quindi invece che rendere fruibili le case pubbliche, anziché regolamentare le affittanze brevi (provvedimenti che darebbero la possibilità a migliaia di persone di vivere a Venezia) si decide di dare in mano la città ai privati che costruiranno appartamenti che, tra l’altro, pochi si potranno permettere. I primi incontri spontanei - dice il consigliere - su questo tema stanno già nascendo».

La variante, in base al progetto approvato in giunta, riguarda uno spazio di 70.500 metri quadri e un’area a terra di circa 56.500 dei quali più di 46 mila di proprietà di Invimit e la restante parte del Demanio. Per l'assessore all'Urbanistica Massimiliano De Martin, «Lì vivranno circa 1200 persone che potranno contare su spazi verdi, una palestra che sarà utilizzabile al mattino dalle scuole e nel pomeriggio dalle varie associazioni o società sportive, e su una serie di attività artigianali e piccoli negozi di vicinato. Un impegno che questa Amministrazione si è presa e che intende portare avanti sia per riqualificare il territorio che per invertire una tendenza che vede tutti i centri storici delle più grandi città d’arte italiane spopolarsi».

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