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Un esempio dentro e fuori dal campo: Damiano Tommasi ospite allo Iusve

Centrocampista, vinse lo scudetto con la Roma e militò in nazionale. A Mestre ha partecipato a un incontro con gli studenti sul tema dello sport come portatore di valori

Chi ha seguito il calcio tra la fine degli anni Novanta e la metà dei Duemila ricorda bene Damiano Tommasi. Per l'abilità con il pallone, per la capigliatura inconfondibile, per la sua correttezza e il fair play, sia in campo che nella vita. Francesco Totti lo ha definito «una delle persone più limpide e altruiste che abbia conosciuto nel mondo del calcio». Lunedì Tommasi (44 anni, vincitore di uno scudetto con la Roma e giocatore della nazionale italiana ai mondiali del 2002, oggi presidente dell'Associazione italiana calciatori) ha incontrato gli studenti Iusve di Mestre proprio per parlare delle sue "specialità": la formazione dei giovani, lo sport come inclusione e come trasmissione di valori, il fenomeno dell’abbandono sportivo.

I valori dello sport

Ne è emerso uno spaccato del mondo sportivo attuale, con il calciatore chiamato a suggerire ai ragazzi una strada per riportare lo sport alla sua vera mission. Ha raccontato come si cresce «dal campetto alla Serie A», riuscendo a rimanere se stessi anche una volta diventati delle «star». Con lui i ragazzi dei corsi di psicologia dello sport e di psicologia dell'educazione hanno cercato di capire come l'antagonismo esasperato e la ricerca del successo con qualunque mezzo siano un'alterazione dei valori dello sport. La competizione ad alti livelli è serrata ma un sistema chiaro di regole che detti come «giocare» nella vita di tutti i giorni permette di imparare a vincere ma anche a perdere.

Il ruolo delle scuole

«L'errore ci rende più consapevoli di ciò che stiamo facendo – spiega Marcella Bounous, docente Iusve responsabile dell'area di psicologia dello sport e presidente AIPS (Associazione italiana psicologia dello sport e dell'esercizio) - perché ci fa capire quali sono le regole e le situazioni che ci permettono di raggiungere un obiettivo nel modo migliore, di costruire una certa padronanza delle nostre attività. Per questo motivo l'educazione fisica all’interno della scuola e la pratica di uno sport hanno una parte fondamentale nell'educazione dei ragazzi e devono essere considerate un mezzo di trasmissione di valori universali e una scuola di vita».

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