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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Estate 2021: segnali di ripresa per l’economia del Veneto

Green pass fondamentale per il rilancio del turismo. Confcommercio: «I consumi finalmente riguadagnano il segno “più”»

Crescono i consumi, riparte il turismo, si rimette in moto l’occupazione: da questi tre indicatori, analizzati da Confcommercio Veneto, emergono piccoli, ma incoraggianti segnali di ripresa per l’economia del Veneto che, provata dalla pandemia da covid, prova adesso a recuperare la propria normalità.

Secondo la stima, alla fine del 2021 è previsto un aumento dei consumi nella nostra regione del +4,3% sul 2020 pari, in numeri assoluti, a circa +3,4 miliardi di euro. Si tratta di un’inversione di tendenza positiva, anche se non così da permettere di recuperare i 14,2 miliardi di euro persi lo scorso anno.

Turismo

Nel periodo giugno-settembre è prevista, a livello regionale, una crescita del +11,4% di arrivi rispetto al 2020 pari, in numeri assoluti, a circa 5,3/5,9 milioni di turisti. Anche in questo caso si tratta di un segnale positivo, pur restando lontani dai 10,7 milioni di arrivi registrati nel 2019, nel tempo pre covid. Stimando il rapporto arrivi/assunzioni relativo all’estate 2020, per il settore del turismo è possibile prevedere per il periodo giugno-settembre un aumento di circa 3 mila/5 mila assunzioni rispetto alle 46.250 dello stesso periodo dell’anno scorso. Per il settore del commercio al dettaglio, stante il miglioramento dei consumi, è possibile prevedere, da qui a fine anno, un aumento di circa mille/2mila unità rispetto alle 16.295 assunzioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Secondo una ricerca di DemosKopiKa, l’introduzione del Green pass favorirà l’incremento dei flussi turistici in Veneto con +566 mila arrivi e +222 milioni di euro di spesa turistica”.

«Dobbiamo necessariamente vedere il bicchiere mezzo pieno – afferma il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin -. Se confrontiamo le previsioni dell'estate 2021 con i dati del 2019 rischiamo di cadere in depressione. Troppo evidente, infatti, è il divario tra il pre e il post pandemia. Bene che i consumi finalmente riguadagnino il segno “più”. Sul fronte dell'occupazione dobbiamo ricordare che la pandemia ha lasciato una pesante eredità sia in ambito turistico che in ambito commerciale: non solo per aver fatto perdere migliaia di posti di lavoro, ma anche per aver disperso migliaia di professionalità che oggi, paradossalmente, sono difficili da reperire. Un campanello d'allarme – sottolinea il presidente – che deve farci riflettere sulla necessità di un welfare diverso in grado di intervenire a sostegno di una formazione utile a rimettere in circolo chi, perso un lavoro, può trovarne un altro grazie a nuove competenze».

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