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Venezia, 36.400 posizioni lavorative in più nell'ultimo semestre

Nella prima metà del 2022 il mercato del lavoro veneto ha beneficiato della riapertura delle attività e del recupero dei livelli di produzione dopo il blocco del 2020

Nella prima metà del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato in Veneto è pari a +77.500 posizioni lavorative, superiore a quello degli anni precedenti, grazie soprattutto a un secondo trimestre che si è chiuso con un bilancio occupazionale di +54.000 nuovi posti di lavoro. Maggio e giugno risultano tuttavia caratterizzati da un andamento meno brillante rispetto al 2021, quando la ripresa delle attività e la ricostruzione del bacino occupazionale a tempo determinato svuotatosi durante la pandemia avevano determinato dinamiche particolarmente positive. L’analisi territoriale evidenzia un saldo particolarmente positivo nella provincia di Venezia (+36.400 posizioni lavorative nel semestre).

La crescita del primo semestre 2022 ha interessato principalmente i contratti a termine (+55.300 tra gennaio e giugno, ma erano +65.200 nel 2021), ma anche il tempo indeterminato, che registra 20.800 posizioni lavorative in più rispetto alle appena 22 in più dello scorso anno. L’apprendistato (+1.400 posizioni lavorative) rimane sotto al livello del 2021, ma anche per effetto di un aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato (+21% nel semestre e +47% a giugno). Nell’ultimo mese il calo del tempo determinato è ancora più evidente, con un saldo di +14.300 posizioni lavorative a fronte delle +25.800 del 2021, quando l’avvio della stagione turistica si era tardivamente concentrato nel mese di giugno.

Aumentano del 30% le assunzioni

Il volume semestrale delle assunzioni è pari a 335.507, con un aumento del 30% rispetto al 2021 e del 4% rispetto al periodo pre-crisi del 2019. Nel secondo trimestre dell’anno le assunzioni sono state 182.808 e nel mese di giugno, per la prima volta quest’anno, si è registrata una flessione della domanda di lavoro (-3%). Le cessazioni sono state complessivamente 258.028 nel semestre (+36%), di cui circa il 40% è rappresentato da dimissioni, che si confermano in crescita rispetto al 2021 ma in rallentamento.

«I dati ci dicono che a giugno il mercato del lavoro veneto ha cominciato a mostrare alcuni segnali di rallentamento e il calo della domanda di lavoro è un campanello d’allarme da non sottovalutare - commenta l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan -. Nonostante permangano segni positivi, il protrarsi del conflitto in Ucraina, le difficoltà di approvvigionamento energetico e il rincaro del costo delle materie prime, con la conseguente diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, iniziano a pesare. Dobbiamo monitorare attentamente questi segnali, perché il quadro complessivo di incertezza potrebbe avere ricadute negative anche in termini di posti di lavoro».

L’andamento occupazionale dei primi sei mesi dell’anno è particolarmente positivo nei servizi, che guadagnano 54.300 posti di lavoro, che per motivi ciclici e stagionali si concentrano più nel secondo trimestre (+44.100) che nel primo (+10.200). Le assunzioni nel terziario crescono del 41% rispetto al 2021, con picchi del +66% nel turismo. L’industria assorbe 16.100 nuovi posti di lavoro, con un aumento delle assunzioni del 26% e incrementi superiori alla media nel metalmeccanico (+30%) e nelle altre industrie (chimica, plastica, farmaceutica), mentre la crescita è più contenuta nelle utilities (+3%) e nelle costruzioni (+17%), a conferma che il picco storico di ordinativi nell’edilizia sembra ormai superato. L’agricoltura, che da mesi mostra un andamento del mercato del lavoro peggiore rispetto agli anni precedenti a causa dei condizionamenti propri del settore, mostra un calo delle assunzioni del 5% ed è l’unico settore a mostrare risultati inferiori alla situazione pre-pandemica. Rispetto alla situazione pre-crisi, saldi e assunzioni sono positivi in tutti i territori, con l’eccezione di Verona, che pur mostrando buoni saldi è ancora sotto di circa 3 mila posti di lavoro, e Venezia.

Disoccupazione

Dinamica analoga a quella dei flussi occupazionali si registra per la disoccupazione: le dichiarazioni di immediata disponibilità presentate negli ultimi sei mesi sono state complessivamente 56.100 (+8% sul 2021), ma con un ritmo di crescita meno intenso rispetto ai mesi precedenti. Il nuovo stock di disponibili al 30 giugno 2022 ammonta a 267.000 disoccupati e 120.000 soggetti in sospensione perché occupati temporaneamente o perché in conservazione della condizione di disoccupazione per ragioni di reddito. Il positivo andamento del mercato del lavoro nella prima metà dell’anno in corso è confermato dallo spostamento della popolazione iscritta alle liste dei Centri per l’impiego dalla categoria di coloro che cercano lavoro a quella dei precari con lavori a termine.

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