Visman: «No al Recovery per allargare il canale Vittorio Emanuele III»
In serata giovedì è arrivata la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al decreto grandi navi. La consigliera 5 Stelle su Marghera: «Non sono molti i crocieristi ansiosi di sbarcare nel cuore di un’area piena di siti industriali»
Grandi navi via dal canale della Giudecca: il decreto legge del Consiglio dei ministri ha avuto giovedì sera la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia».
«È necessario e urgente - per la consigliera comunale 5 Stelle Sara Visman - predisporre soluzioni temporanee per non abbandonare al fato e alla provvidenza tutte quelle persone che lavorano nell’ambito del turismo e del commercio navale. Tuttavia, è opportuno avere tempi certi per evitare che i cosiddetti “mostri del mare” possano transitare all’interno di un ambiente lagunare vicino al collasso. È incomprensibile - continua Visman - constatare che l’amministrazione veneziana intende chiedere fondi destinati al piano nazionale di ripresa e resilienza per allargare il vecchio canale artificiale Vittorio Emanuele III, nato per far transitare le prime petroliere, con lo scopo di continuare a portare le grandi navi da crociera in Marittima. Il canale, ora con pescaggio molto ridotto, necessiterebbe di un dragaggio importante, ben oltre al mero “recupero funzionale” (come lo si descrive sul documento di osservazione del Comune). La preoccupazione è anche maggiore se prendesse corpo la realizzazione di un punto di attracco delle navi lungo il canale nord, sponda nord, che comporterebbe lavori di adattamento dei moli lunghi e costosi: difficilmente diverrebbe una soluzione provvisoria». L'industria presente sull'area (Pilkington, Fincantieri, Bioraffineria Eni) continua a rimane un'incognita per il transito di navi passeggeri, oltre alla compresenza di crociere e traffico industriale e commerciale lungo il canale dei Petroli. «Non sono molti i crocieristi ansiosi di sbarcare a Marghera - conclude la consigliera - nel cuore di un’area piena di siti industriali e gli armatori lo sanno. Urge capire quale sia il cronoprogramma, quante navi potranno essere accolte a Marghera e fino a che stazza sarà ancora consentito nei prossimi anni, aspettando il porto che verrà, il transito nel canale della Giudecca».