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Martedì, 23 Aprile 2024
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Decreto pesca 2022, cosa cambia: gli accordi riguardano anche le imbarcazioni maggiori

Se da una parte nel testo si prevede un aumento, seppur contenuto rispetto alle previsioni iniziali, dei giorni di fermo rispetto al 2021, dall'altra sono attesi risultati positivi sul fronte Mose. Le parole del sindaco di Chioggia in prima linea

È in via di definizione il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) per l’esercizio dell’attività di pesca nel 2022 con gli attrezzi “reti a strascico a divergenti”, “sfogliare/rapidi” e “reti gemelle a divergenti”. Se da una parte nel testo si prevederà un aumento, seppur contenuto rispetto alle previsioni iniziali, dei giorni di fermo rispetto al 2021, dall'altra sono attesi risultati positivi sul fronte Mose, nell'accogliere le esigenze del comparto della laguna di Venezia: ciò anche a seguito del confronto serrato, ma costruttivo, tenuto in queste settimane tra il sindaco di Chioggia Mauro Armelao e lo stesso Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Gli accordi

«Da un lato – spiega il sindaco del Comune di Chioggia Mauro Armelao – l’aumento dei cosiddetti “giorni di fermo aggiuntivo” si fermerà al 2% rispetto al 2021, a fronte di un valore iniziale 3 volte superiore. Sono stati, infatti, riconosciuti i sacrifici che dal 2019 la nostra flotta sta affrontando lungo il cammino della sostenibilità ambientale, che dovrà portare la pesca mediterranea all’obiettivo del Massimo Rendimento Sostenibile (MSY) entro il 2025. Da anni le imbarcazioni adriatiche osservano una riduzione delle attività di pesca limitando le bordate settimanali in termini di ore pescate (massimo 72) o di giorni in mare (massimo 4)». 
«L’altro elemento di assoluta novità – continua il primo cittadino – riguarda l’introduzione di un regime di flessibilità concesso alle imprese la cui attività lavorativa è condizionata dal funzionamento delle paratoie del Mose. Nel provvedimento romano in fase di emanazione sarà, infatti, inserita una specifica prescrizione, che consentirà alle imprese operanti nei Compartimenti marittimi, non solo di Chioggia, ma anche di Venezia, di modificare la scelta tra “ore” e “giornate”, in concomitanza con le aperture e le chiusure delle paratoie del Mose, che impediscono le normali manovre di entrata e uscita dal porto. Ricordo, infatti, che, al fine di contenere lo sforzo di pesca, in Adriatico la settimana lavorativa viene gestita attraverso un numero massimo di 4 giornate o, in alternativa, di ore (72 alla settimana spalmate su 5 giorni), secondo la scelta fatta da ciascun armatore valida per l’intera stagione, senza possibilità (fino ad oggi) di rivedere tale scelta quando il Mose è in funzione, soprattutto a cavallo della mezzanotte, costringendo le unità che hanno esaurito il plafond di giorni settimanali ad attendere fuori dal porto l’abbassamento delle paratoie per evitare di essere sanzionate».

Accordo anche per imbarcazioni maggiori

«Si avrà, così, - aggiunge il sindaco Mauro Armelao - una soluzione che permetterà alle nostre imbarcazioni, soprattutto quelle di maggiori dimensioni, di svolgere l’attività di pesca senza dover ridurre l’operatività più di quanto non venga già richiesto dalle regole internazionali (CGPM e Ue) che, attraverso i fermi aggiuntivi e continuativi, stanno contraendo anno dopo anno il lavoro dei nostri pescatori, con lo scopo di trovare un nuovo punto di equilibrio tra sforzo di pesca, stato delle risorse e dinamiche commerciali». Il 2 dicembre scorso il sindaco di Chioggia Mauro Armelao aveva incontrato a Roma il Direttore generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del Ministero, dott. Riccardo Rigillo, al fine di perorare le cause del mondo della pesca locale, anche in riferimento alle difficoltà di entrata e uscita dal porto durante le movimentazioni delle barriere mobili.

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