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Padiglioni dell'ospedale al Mare: autorizzata la demolizione per 5, Italia Nostra fa ricorso

L'associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale: «sono emersi gravi motivi di illegittimità». Il 19 dicembre depositati gli atti al Tar

L'associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, Italia Nostra, torna sui padiglioni del ex ospedale al Mare del Lido. «La notizia che il 24 giugno scorso la commissione regionale per il patrimonio culturale del Mibact (ministero dei Beni culturali)) ha autorizzato Cassa depositi e prestiti (Cdp), proprietaria, a demolire 5 edifici vincolati dell’ex ospedale al Mare al Lido di Venezia ci ha lasciato interdetti - ha scritto - Gli edifici di cui è stata autorizzata la demolizione sono i padiglioni: Vicenza, Verona, Venezia, Belluno e Orfani di Guerra. Si tratta di edifici dichiarati tutti di interesse culturale con decreto del 20 maggio 2008 dell’allora direttore Ugo Soragni. L’atto (l’autorizzazione alla demolizione) appare grave perché accerta come “la singolare struttura a padiglioni dell’ospedale al Mare è di estremo interesse nel suo insieme in quanto complesso di immobili nato con precisa finalità di servizio sanitario pubblico", che vede al suo interno interessanti esempi di architettura del primo novecento».

L'accesso agli atti

Recentemente, ha spiegato Italia Nostra, è stato effettuato l’accesso agli atti per ottenere il documento nella sua integrità, e sono emersi «gravi motivi di illegittimità: violazione del principio dell’irrilevanza dello stato di conservazione degli immobili (se un bene culturale è fatiscente va restaurato e non demolito); eccesso di potere per aver fatto riferimento alle autorizzazioni alla demolizione rilasciate nel 2011 per la realizzazione del nuovo Palazzo del Cinema; eccesso di potere in quanto la Soprintencompete al ministero per i Beni culturali. Nel 2013, quando il Mibact (ministero per i Beni culturali) ha autorizzato la vendita dell’ospedale al Mare dal Comune di Venezia a Cassa Depositi e Prestiti, ha dato il termine massimo di quattro anni per il recupero e la riqualificazione dell’intero complesso. Ora l’acquirente, ben lungi dall’aver rispettato quel termine, chiede l’autorizzazione ad abbattere gli edifici che non ha saputo conservare». Italia Nostra il 19 dicembre scorso ha presentato ricorso al Tar (tribunale amministrativo regionale) del Veneto.

Cenni storici

I padiglioni Verona e Vicenza sono rilevanti, per Italia Nostra, per la storia delle istituzioni collettive sanitarie, in quanto furono i primi realizzati anche con finanziamenti privati (in cambio il reparto veniva intitolato alla città di provenienza e veniva riservato un numero di posti letto). Il padiglione Verona fu anche il primo ad ospitare tubercolotici di ogni età: per cinquant'anni l’ospizio marino era stato adibito esclusivamente alla cura dei bambini e l’introduzione degli adulti segnò la sua definitiva trasformazione da ospizio in ospedale. Il padiglione Orfani di Guerra (1933) ha una caratteristica forma a “L” con due loggiati ai piani secondo e terzo chiusi da una balaustra che non hanno similitudini in altre parti del complesso monumentale. E infine il padiglione Venezia, realizzato tra il 1923 e il 1924 su progetto dell’ingegner Antonio Spandri, è una delle costruzioni che meglio hanno conservato le loro caratteristiche architettoniche rispetto all’originaria realizzazione.

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