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A Venezia per guardare al futuro con ottimismo. «Ma dobbiamo liberarci della politica del no»

Giornalisti, politici, economisti e imprenditori: i protagonisti del dibattito pubblico cercano di capire cosa manca all'Italia che vuole innovarsi

Superare le bufale, gli hater, i leoni da tastiera, la polemica a ogni costo. Il complottismo, la paura di agire. «Il modo migliore per affrontre la società del pessimismo è avere fiducia nel futuro», assicura Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio. A Venezia radunerà alcuni dei più importanti protagonisti del dibattito pubblico proprio per parlare di innovazione e idee di sviluppo: l'incontro (sabato 22 giugno, 10 - 17-30, Scuola grande della Misericordia) si intitola "Non avere paura del futuro". Gli abbiamo chiesto qualcosa di più.

Venezia, in bilico tra necessità di conservazione e grandi sfide per il futuro, rispecchia la situazione del resto del Paese. Qui abbiamo il Mose, le grandi navi, Porto Marghera, il tema del turismo. «Ci sono molte cose da risolvere, ma le soluzioni ci sarebbero. Però dobbiamo liberarci di questa classe politica: è la chiave, perché siamo ostaggio della politica del no».

Quindi, il progresso contro l'immobilismo. Ma non è stata proprio la tecnologia lo strumento principale di questa deriva fatta di intolleranza, paura, caccia alle streghe? «L'innovazione sembra essere portatrice di elementi negativi, e infatti parleremo anche di fake news e di propagande. Ma se non abbiamo fiducia nel progresso ci chiudiamo in noi stessi e siamo destinati a estinguerci».

Ecco perché è importante raccogliere le esperienze costruttive e mettere a fuoco i temi dello sviluppo tecnologico e del suo impatto culturale nelle nostre vite. «All'evento ci saranno tante personalità attente al tema dell'innovazione. Parteciperanno in modalità ted talk, con brevi interventi di 10-15 minuti ciascuno». Sul palco, tra gli altri: Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, Carole Cadwalladr, giornalista dell'Observer, Fabrizio Palermo, amministratore di Cassa depositi e prestiti (che pochi giorni fa ha annunciato un grosso progetto al Lido), il senatore Mario Monti, i procuratori Giovanni Melillo e Antonio Mura, il vignettista Makkox, il rettore di Ca' Foscari Michele Bugliesi, l'attore Luca Barbareschi, il sindaco Luigi Brugnaro. E poi rappresentanti di aziende come Sky, Google, Enel, Vodafone.

Venezia è il posto giusto per parlare di tutto questo. «È una città che mette insieme degli elementi chiave come l'amore per la storia e la fiducia verso il futuro». Cosa ne uscirà? «È una giornata dedicata all'innovazione, per ragionare su temi concreti: cosa fare, giorno per giorno, per investire sul futuro; come si governano gli algoritmi; e cosa manca all'Italia per affrontare questa fase. Alla fine ci aspettiamo una sorta di decalogo per una sana e robusta innovazione. E che tutti escano con qualche spunto di riflessione e ottimismo per il futuro».

L'evento è aperto su prenotazione scrivendo a venezia2019@ilfoglio.it

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