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«Un arcipelago del sapere»: donati a Iuav 5mila volumi del Fondo Vittorio Gregotti | VIDEO

Il Fondo Bibliografico Vittorio Gregotti include 5833 volumi e 46 faldoni ed è suddiviso in quattro insiemi attualmente in fase di inventariazione, catalogazione e collocazione dei documenti. La presentazione della donazione è avvenuta ieri pomeriggio presso la biblioteca universitaria

Un passaggio di testimone per agevolare lo studio e la ricerca delle nuove generazioni: la biblioteca dell’Università Iuav di Venezia ha acquisito il fondo bibliografico di Vittorio Gregotti, un complesso di 5.833 volumi e 46 faldoni che ora saranno a disposizione degli studenti e dei ricercatori universitari. Si tratta a tutti gli effetti di un contributo particolarmente prezioso al patrimonio della biblioteca Iuav, rappresentativo dell’eccezionale attività intellettuale del professore Gregotti, tra i più stimati professionisti in campo urbanistico e architettonico, nonché docente presso l’ateneo veneziano, mancato a marzo 2020.

La donazione è stata formalizzata a dicembre 2020 e il fondo è stato depositato presso la sede bibliotecaria dei Tolentini lo scorso aprile. Attualmente sono in corso le operazioni di inventariazione, catalogazione e collocazione dei documenti.

«Vittorio teneva molto a questa operazione – spiega Alberto Ferlenga, rettore dell'Università Iuav –, ma teneva soprattutto al fatto che la biblioteca potesse diventare utile agli studenti. La specificità di questo fondo non è rappresentata tanto dai testi che vi sono raccolti, quanto dalle modalità con cui sono stati collocati dal loro proprietario, che nel corso degli anni ha costruito una sorta di personale geografia dei libri».

Costituita da monografie, libri e periodici ma anche da manoscritti inediti, annotazioni, riflessioni e fotografie, la biblioteca dell’architetto novarese rappresenta una vera e propria “opera aperta”, infatti come spiega il professore Guido Morpurgo, incaricato dallo stesso Gregotti di sovrintendere operativamente alla donazione: «Questo fondo bibliografico è prima di tutto un monumento all’esperienza, un compendio del mondo meticolosamente organizzato dal suo autore. Mi piace pensare alla biblioteca di Gregotti come a un arcipelago perché era organizzata per “atolli”, cioè per aree dentro le quali confluivano una serie di argomenti affini che nascondevano, a loro volta, delle connessioni più profonde. L’ordine, così inusuale rispetto alle altre biblioteche, continuava a cambiare a seconda dello sviluppo intelettuale dell’architetto».

Il particolare assetto del fondo bibliografico resterà perciò invariato: «Non separeremo, ad esempio, i periodici dalle monografie. La prima raccomandazione che ci è stato fatta è quella di mantenere il più possibile l’organizzazione dei libri e abbiamo operato in tal senso» spiega Monica Martignon, responsabile dell’archivio di ateneo.

L’acquisizione ha comportato tuttavia alcuni problemi di carattere pratico: principalmente un arresto delle operazioni dovuto all’emergenza sanitaria e, in secondo luogo, si sono presentate delle difficoltà circa l’organizzazione del trasporto: «Non essendo in possesso di un elenco di consistenza, il problema primario era quello di mantenere il particolare ordine del fondo durante il suo trasporto. Siamo riusciti a superare questo ostacolo utilizzando una sorta di mappa fotografica che riportava esattamente ogni singolo posizionamento bibliografico. Per le operazioni ci siamo inoltre affidati ad una ditta specializzata» racconta Martignon.

La donazione di questa speciale “biblioteca d’autore” testimonia il profondo legame che ha unito Gregotti all’Università Iuav. Ora sarà compito dei giovani studenti e ricercatori usare questo grande lascito culturale come strumento di lavoro, in un ideale passaggio di testimone promosso da uno dei più importanti e prolifici maestri dell’architettura internazionale.

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