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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Milleproroghe, boccata d'ossigeno per il porto

Dai ristori per le compagnie ai prepensionamenti. Dall’accordo di transazione tra Cvn e imprese per gli interventi alle bocche di porto al protocollo fanghi. Pellicani: «Interventi fondamentali per il futuro di Venezia e del suo scalo»

Passano due emendamenti al decreto Milleproroghe, per iniziativa del Partito Democratico, nella notte fra govedì e venerdì, e per i portuali di Venezia arriva una boccata d'ossigeno. A fare il punto è il deputato veneziano del Pd, Nicola Pellicani. «Il governo ha finalmente riconosciuto il lavoro usurante dei portuali di Venezia, “obbligando” l’Autorità del Porto a destinare l’uno per cento delle entrate proprie derivanti dalle tasse di imbarco e sbarco delle merci, al finanziamento degli incentivi per il prepensionamento», scrive. 

Passata anche la proroga al 30 giugno, con un fondo di 2 milioni, del termine peer ristorare le compagnie portuali dei mancati ricavi dovuti ai cali dei traffici per l’emergenza Covid. «Una boccata d’ossigeno per il porto di Venezia e gli altri scali italiani. Si tratta di una norma che il Pd inseguiva da mesi - afferma Pellicani - da ultimo in occasione della legge di Bilancio, finalmente accolta dal governo, che risponde alle esigenze di tanti lavoratori del porto di Venezia e del resto d’Italia. I lavoratori portuali non possono continuare a svolgere attività usuranti e pericolose a tutte le età».

Mose e Cvn

Nel Milleproroghe è stato anche approvato un emendamento per tutelare i lavoratori e le imprese del Mose. Il provvedimento punta a chiarire la procedura per l’accordo di transazione tra Cvn e imprese, in modo da consentire la conclusione degli interventi alle bocche di porto. Fermo restando che l’accordo al quale stanno lavorando da tempo i commissari e le aziende dovrà essere sottoposto al vaglio della Corte dei Conti, dalla data della sottoscrizione diventerà immediatamente efficace. Il parere dell’ente contabile potrà qundi avvenire anche dopo il 28 febbraio, la data in cui scade il concordato, che rischiava di portare il Consorzio al fallimento. «L’emendamento va nell’interesse dei lavoratori oltre che della città. Ciò non cambia però quanto già stabilito dall’art 95 del “decreto agosto” del 2020: una volta chiusi i lavori il Consorzio Venezia Nuova va chiuso per sempre. Non a caso Massimo Miani è il commissario liquidatore. Ora bisogna accelerare per l’istituzione dell’Autorità della laguna attesa da mesi, che rappresenta un passaggio fondamentale per il superamento del Consorzio e l’inizio della conclusione della lunghissima stagione commissariale, iniziata nel 2014 - commenta il parlamentare Pd - . È tempo di riportare la normalità nella città di Venezia, che dopo l’umiliazione dello scandalo del Mose, è tenuta sotto scacco dai commissariamenti (Mose, grandi navi, bretella aeroportuale)».

Sblocco del protocollo fanghi

L’emendamento consente anche di rimettere in moto il protocollo fanghi bloccato da anni recependo, in accordo con tutti i ministeri interessati, una modifica relativa al comma 27 dell’art 95 del decreto agosto 2020, che introduce la “ponderazione dei parametri” necessari a valutare i sedimenti. «Una modifica sollecitata dagli stessi ministeri, che dovrebbe finalmente favorire la sottoscrizione del protocollo indispensabile per riprendere le manutenzioni dei canali portuali. La città non può aspettare oltre, la mancanza del protocollo fanghi impedisce la realizzazione di interventi fondamentali per il futuro di Venezia e del suo porto», conclude Pellicani.

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