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«I Comuni veneti dimenticano la lotta all’evasione»

Di Gregorio (Spi Cgil): «Dati preoccupanti, le risorse recuperate servono per le fasce più fragili della popolazione, come i nostri anziani»

I Comuni veneti stanno di fatto abbandonando la lotta contro l’evasione fiscale? Al flop registrato nel 2020, anno difficilissimo e complicato a causa della pandemia, si aggiunge la vera debacle del 2021, confermata dai dati del Ministero degli Interni diffusi in questi giorni. Infatti, solo 19 amministrazioni locali su 563, il 2,5% del totale, si sono concentrate sull’attività di accertamento fiscale e contributivo, recuperando in tutto il Veneto la cifra di 148.449,23 euro, il 34,5% in meno dell’anno precedente. 

A permettere ai Comuni di partecipare all’accertamento fiscale individuando e segnalando attività in nero, opere abusive, evasione delle tasse locali, dichiarazioni dei redditi fasulle, è il decreto legge numero 203 del 30 settembre 2005. Inizialmente la norma prevedeva che l’Ente locale potesse trattenere per sé il 30% del recuperato, ora invece può incamerare il 100%. «I dati del Ministero dimostrano che la lotta all’evasione fiscale non è una priorità dei nostri amministratori - dice Elena Di Gregorio, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto - e questo è un danno perché i soldi recuperati potrebbero essere reinvestiti a favore delle famiglie e degli anziani in difficoltà. Per noi la lotta all’evasione fiscale è fondamentale perché i soldi sottratti al Fisco sono soldi tolti alle persone più deboli, agli anziani, alle famiglie indigenti. E questa è una vergogna che non può più essere tollerata. Come non possono essere tollerati interventi che vadano nella direzione di condonare gli importi evasi o le cartelle esattoriali non pagate, perché questo è solo un modo per favorire ancor più gli evasori». 

I dati, secondo Spi Cgil, indicano un trend che preoccupa. In Veneto nel 2016 i Comuni coinvolti negli accertamenti erano 54 su 563. Con gli anni il loro numero è crollato, arrivando a 19 nel 2020 (il 3,4% del totale) e a 14 nel 2021 (2,5%). Anche le somme recuperate hanno subito un decremento. Nell’anno più “florido”, il 2018, il Veneto aveva ottenuto un contributo di circa 1 milione e 100 mila euro. Sceso a 227 mila euro nel 2020 e, come detto, a circa 149 mila e 500 lo scorso anno. A livello provinciale, Belluno è il territorio meno attivo negli accertamenti fiscali, dato che anche nel 2021 nessun comune ha recuperato nemmeno un euro. Vicenza e Venezia, con 5 comuni coinvolti, sono gli esempi più virtuosi anche se il Veronese, trascinato da Peschiera del Garda, Fumane e dal capoluogo, è la provincia che ha recuperato più soldi, circa 66 mila e 400 euro. 

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