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Expo Dubai: al Padiglione Italia Venezia candidata a capitale globale della sostenibilità

Il sindaco: «Bisogna pensare allo sviluppo economico con un forte senso di responsabilità». Nel pomeriggio focus su "Effetto Mose" con l'apertura dei lavori del commissario Elisabetta Spitz: «Siamo pronti e mobilitati per intercettare la prima acqua alta della stagione prevista per questa settimana». Il centro maree anticipa quote sopra i 100 dal 5 ottobre

Focus su Venezia nel primo dei grandi eventi del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, la prima esposizione universale nel mondo arabo, con la città lagunare e patrimonio dell’umanità che si candida a capitale globale della sostenibilità. “È un grande onore rappresentare Venezia al padiglione Italia all’Expo di Dubai e testimoniare il ruolo che la nostra città potrà avere nel futuro, ora che stiamo uscendo dalla pandemia e bisogna tornare a pensare al tema dello sviluppo economico con un forte senso di responsabilità», ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro nell'intervento di domenica mattina, al lancio sulla piattaforma globale di Expo della candidatura di Venezia a capitale mondiale della sostenibilità. Nel pomeriggio focus su "Effetto Mose. Laboratorio per la sostenibilità" con l'apertura dei lavori del commissario straordinario del Mose Elisabetta Spitz, e il videomessaggio del ministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini. 

«Insieme alle istituzioni pubbliche locali, regionali e nazionali, ad importanti istituzioni culturali e a imprese private - ha spiegato il primo cittadino veneziano - dobbiamo fare squadra, metterci in gioco e trovare soluzioni concrete ai problemi attuali attraverso la scienza, la cultura, la tecnica e l’innovazione. Venezia, oltre a essere la città più bella del mondo, è anche molto fragile come dimostrano gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici in corso, primo fra tutti l’innalzamento dei mari». Al centro dell’intervento del primo cittadino anche la riqualificazione urbana, la promozione del patrimonio artistico e culturale di Venezia, lo sviluppo delle sue infrastrutture: porto, aeroporto e stazione ferroviaria. «Bisogna avere fiducia gli uni negli altri. Venezia dà il benvenuto a tutti coloro che vogliano collaborare per trovare soluzioni perché non c’è più tempo per i bla bla bla».

L’evento punterà l’attenzione fino al 31 marzo 2022 sul tema Connecting Minds, Creating the Future (collegare le menti, creare il futuro). Durante questi sei mesi i Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli innovativi rispetto a mobilità, sostenibilità e resilienza. Nella prima settimana tematica dedicata al “Cambiamento climatico e Biodiversità” in corso al Padiglione Italia, la città di Venezia è stata proposta come modello internazionale per il contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici e la promozione di processi innovativi di transizione ambientale, innovazione culturale e sociale, con la consapevolezza che se si salva Venezia, tutte le altre città del mondo a rischio potranno essere tutelate. Nel corso del dibattito oltre al primo cittadino sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Glisenti, commissario italiano Expo Dubai, Antonello Pasini, fisico del Cnr, Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Carlo Bagnoli, docente di Strategy Innovation a Ca’ Foscari e ideatore del progetto VeniSIA, acceleratore di innovazione sostenibile. 

«L'unicità di Venezia è particolarmente stimolante per il ripensamento di una nuova dimensione spazio-temporale in cui il rapporto tra ambiente naturale e ambiente sociale è armoniosamente equilibrato – ha dichiarato la rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello -. L'innovazione si basa sulla consapevolezza del passato e dell'ambiente sociale e naturale. In 1600 anni di storia fatta di multiculturalismo, commercio internazionale, spirito imprenditoriale, arte e scienza, Venezia si è rivelata un laboratorio vivente radicato nel passato ma rivolto al futuro. Venezia capitale mondiale della sostenibilità rappresenta dunque un appuntamento decisivo per contribuire ad affrontare una sfida di respiro globale con il contributo, fondamentale, delle nuove generazioni». La rettrice ha inoltre annunciato la realizzazione, nel 2022 a Ca' Foscari, di una esposizione dedicata a Venezia e alla città cinese di Suzhou, entrambe città d'acqua e da diversi anni gemellate. L'esposizione sarà uno degli appuntamenti dell'Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022.

Nel corso del forum, durante il quale sono stati proiettati tre video sulla città per valorizzarne arte, cultura e tradizioni, è stato poi illustrato come i promotori della Fondazione “Venezia Capitale mondiale della sostenibilità" puntino a rendere la città un centro di rilievo mondiale per il dibattito scientifico accademico e culturale sui temi della sostenibilità e Esg (ovvero i temi Ambiente, Sociale e Governance). Tra le proposte anche l’organizzazione di una “Biennale della Sostenibilità” che riunisca ogni due anni istituzioni, accademici, esponenti del mondo dell’arte e delle scienze e imprese per discutere e proporre soluzioni sui temi relativi ai cambiamenti climatici e, più in generale, della sostenibilità. 

Effetto Mose

Dopo il primo focus della mattina dedicato alla città, in cui Venezia è stata proposta come un laboratorio internazionale di sperimentazione e innovazione sociale, nel pomeriggio al centro dell’attenzione è stato il forum “Effetto Mose: un laboratorio per la sostenibilità”. Nel corso del dibattito sono intervenuti il commissario straordinario Elisabetta Spitz, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovannini, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, la rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, Giovanni Zanetti, direttore tecnico Consorzio Venezia nuova, Pier Vellinga, professore di “Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici” all’Università di Amsterdam e Francesca Ferrazza, responsabile del Centro di Ricerca per la Decarbonizzazione e l'Ambiente di Eni. 

«L'opera del Mose, 78 paratoie indipendenti tra di loro, collocate nei fondali delle bocche di porto di Chioggia, Malamocco e Lido - ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini in videomessaggio - è un sistema complesso di infrastrutture, completamente progettate e realizzate in Italia che, grazie alla tecnica e alla scienza, riesce a proteggere la città di Venezia. Un modello allo stesso tempo flessibile, che si fonda sul principio del rapporto aria - acqua, e che potrebbe essere esportato anche in altre aree geografiche a rischio inondazioni». L’infrastruttura, che ha subito ritardi nella sua realizzazione, verrà completata alla fine del 2022 inizio 2023.

«Il Mose – ha dichiarato il sindaco, Luigi Brugnaro - è un’opera positiva, concreta, molto complessa, è un’infrastruttura unica al mondo, opera di grande ingegneria, la cui peculiarità principale consiste nell’assenza di impatto visivo. È il risultato di una forte sensibilità ambientale che da sempre ha caratterizzato Venezia. Un modello da studiare, frutto di una nuova stagione di cooperazione. Riteniamo necessario che il Comune di Venezia sia protagonista della nuova Authority per la Laguna: per controllare l’opera e il suo impatto con altre realtà importanti per la vita della città come il porto di Venezia, che deve continuare a lavorare anche con il Mose attivo. Si può fare, estendendo le funzionalità portuali per operare anche di notte. Da parte della città c’è la massima disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni, nazionali ed internazionali, perché i temi dell’ innalzamento dei mari e della subsidenza sono problemi di tutte le zone costiere del mondo».

«Siamo pronti e mobilitati per intercettare la prima acqua alta della stagione prevista per questa settimana - ha commentato Elisabetta Spitz - Venezia nei prossimi anni potrà godere di una condizione particolare di protezione, a differenza di altre città che dovranno affrontare gravi problemi di inondazioni. Per questo motivo l'opera può diventare un modello. Si tratta di un’infrastruttura leggera e di grande flessibilità, che riesce a proteggere da onde di dimensioni molto importanti. Ricordo che lo scorso inverno mentre onde di oltre 3 metri si abbattevano su queste barriere, la parte opposta della laguna era calma e tranquilla».

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