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Sabato, 20 Aprile 2024
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Fotovoltaico, la confederazione degli agricoltori contro i pannelli a terra

Approvata la legge regionale, arriva l'altolà di Cia Venezia. «C'è il pericolo che sorgano impianti su aree coltivate o coltivabili, mentre la situazione internazionale dovrebbe portarci alla produzione interna di beni alimentari»

«No ai pannelli a terra e alla sperimentazione sull'agrovoltaico. Invitiamo a un maggiore coinvolgimento degli enti locali nell’individuazione delle aree in cui creare i parchi fotovoltaici». Cia Venezia, attraverso la presidente Federica Senno, ribadisce alcuni propri punti fermi sulla legge regionale che disciplina la realizzazione di impianti fotovoltaici, approvata ieri in Consiglio Regionale. «Il punto di partenza – spiega Senno – è che siamo favorevoli al fotovoltaico e a tutte le forme di investimento nelle energie rinnovabili. Ma siamo contrari al consumo di suolo agricolo: c’è il concreto pericolo che sorgano impianti su molte aree coltivate o coltivabili, proprio mentre la situazione internazionale dovrebbe portarci alla produzione interna di beni alimentari. E non dimentichiamo che la nostra regione è la seconda a livello nazionale per consumo di suolo. Per questo proponiamo che gli impianti vengano costruiti sui tetti, sui capannoni o su quelle parti di territorio che non hanno, neanche potenzialmente, vocazione agricola».

Cia (Confederazione italiana agricoltori) Venezia insiste sulla possibilità di rendere obbligatoria la prevalenza del reddito derivato dall'attività agricola rispetto a quello derivato dalla vendita di energia elettrica. «La legge vuole dare la possibilità di installare pannelli su campi coltivati. Si tratta del cosiddetto agrovoltaico, cioè l’installazione di un impianto fotovoltaico su terreni agricoli in modo da sfruttare il terreno coltivabile e produrre energia pulita. Questo sistema prevede l’installazione dei pannelli su pali d’acciaio alti diversi metri che intercettano la luce del sole e permettono al tempo stesso di coltivare il suolo: prima dell’installazione occorre fare sperimentazione seria con dati certi - afferma Senno -. Per quello che ne sappiamo, sotto un pannello il mais non riuscirebbe nemmeno a sviluppare il suo ciclo fisiologico».

Sul coinvolgimento dei Comuni, aggiunge la presidente: «è vero che la legge è regionale, ma l’impatto sarà a livello locale. È per questo che chiediamo che l’individuazione delle aree debba essere in capo ai Comuni. Nel veneziano abbiamo coinvolto tutti e 44 i sindaci, perché nessuno meglio di loro conosce spazi e peculiarità del territorio». Cia Venezia rivolge una richiesta ai consiglieri regionali: «Nel testo manca un cenno a ogni genere di misura compensativa, bisognerà promuoverla in qualche modo. Per esempio, per ogni impianto andrebbe prevista la contestuale e obbligatoria realizzazione di vasche di laminazione o raccolta di acqua piovana. Il tema della siccità – conclude Senno - sarà sempre più importante per l’agricoltura, dobbiamo conservare ogni goccia d’acqua».

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