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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Arsenale, Franceschini: «Nel protocollo non c'è alcuna sottrazione di spazio»

Il ministro della Cultura risponde alla senatrice Orietta Vanin in Commissione Istruzione pubblica e Beni culturali al Senato. «Aree della Biennale aperte tutto l'anno»

«Chiediamo al sindaco e ai ministri di non procedere alla firma del protocollo sull'Arsenale. Al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, diciamo di rispettare quanto è stabilito dalla legge restituendo alla città gli spazi in uso temporaneo, oggi inutilizzati. E al ministro della Cultura, Dario Franceschini, di sostenere attività produttive e non solo espositive all’interno dell’Arsenale, alla Biennale, dialogando con la città per lo sviluppo di attività non solo temporanee». Erano tanti a piedi e in barca il 6 febbraio scorso, davanti all'ingresso del monumento, quello dei leoni, a lanciare appelli affinché le 7 tese dell'Arsenale, che con un protocollo passerebbero alla Marina militare e alla Biennale, restino alla città.

«Il piano previsto insieme al ministero della Difesa e al Comune di Venezia punta a valorizzare totalmente l’Arsenale come spazio pubblico. Non c’è alcuna sottrazione di spazio, anzi, si liberano aree oggi occupate dalla Difesa», ha detto oggi il ministro Franceschini in risposta alla senatrice Orietta Vanin (M5S) nel corso dell’audizione in Commissione Istruzione pubblica e Beni culturali al Senato.

«Io sono per la più ampia discussione con le associazioni, gli spazi che la Biennale recupererà non saranno aperti solo per alcune manifestazioni - continua il ministro -. Ma fruibili al pubblico 365 giorni l’anno, senza barriere». L’archivio sarà aperto, ha spiegato, ci saranno due teatri nuovi. Aree inutilizzate o gestite dal ministero della Difesa diventeranno spazi pubblici gestiti dalla Biennale, che è patrimonio di Venezia. Altra cosa sono le aree non gestite dalla Biennale, ha puntualzzato il ministro della Cultura, non di sua competenza. 

Nel 2012 lo Stato ha restituito l’Arsenale alla città di Venezia. «Un passaggio che avrebbe dovuto rappresentare l’inizio di un progetto di vasto respiro, sia sul piano del recupero fisico che di quello funzionale e sociale, per fare dell’Arsenale il luogo del rilancio della città storica dopo due secoli di occupazione militare - sostengono i comitati - Ma il Comune non ha mai presentato un’ipotesi di rigenerazione e gestione del complesso ricevuto, oltre 27 ettari. Il Protocollo d'intesa con i ministeri della Difesa e della Cultura, in approvazione, è un ulteriore atto di questo processo di abbandono. Serve aprire un dibattito che coinvolga cittadini e istituzioni».

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