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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Funzionari via dagli uffici giudiziari di Venezia, Vanto (Fp Cgil): «Scoperture dal 35% al 50%»

«Dei 73 assunti per concorso solo 11 persone hanno scelto la città lagunare. Tutelare l’insularità, la specialità di Venezia, riconoscendo dei benefici»

Il concorso per l’assunzione di 2.329 funzionari giudiziari al ministero della Giustizia è di pochi giorni fa, con le assegnazioni delle sedi di servizio e degli uffici ai vincitori. Per Venezia erano previste 73 assunzioni in laguna e terraferma, ma solo 11 persone hanno scelto la città lagunare, il 15%. Sono i dati della Funzione pubblica Cgil: «La città viene scansata quasi fosse il centro di un focolaio - afferma il sindacato - Del resto, come dar torto a chi dovendosi trasferire ne osserva la conformazione geografica, l'inadeguatezza e la collocazione delle sedi degli uffici giudiziari, le barriere architettoniche, l'inadeguatezza dei mezzi di trasporto, l'elevato costo della vita, l'impossibilità di viverci a causa dei prezzi proibitivi degli alloggi».

Chi ha vinto il concorso forse avrebbe optato per la terraferma. «Mestre, piuttosto che gli uffici collocati a San Marco o a San Polo, ma - continua la Cgil - gli 11 futuri funzionari giudiziari non hanno avuto la possibilità di scegliere dove andare a lavorare, per cui ci aspettiamo altre defezioni a settembre. È una percentuale pesante, il 15%, a cui si aggiunge l’anomalo esodo, cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, dei giovani assunti con il concorso del 2018 che sono andati quasi tutti via (o sono prossimi ad andarsene) dai vari uffici della laguna».

Un problema per gli organici, commenta la sindacalista Fp Cgil, Franca Vanto. «Le scoperture vanno dal 35% al 50%, e i lavoratori, la cui età media supera i cinquant’anni, sono costretti a subire pesanti carichi di lavoro. Ricordiamo le parole del primo cittadino Luigi Brugnaro all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 in cui lui riteneva opportuno incentivare chi sceglie Venezia come sede di lavoro. Gli uffici presenti nel centro storico di Venezia devono poter funzionare e serve la giusta valorizzazione, sviluppando il senso di appartenenza a un servizio pubblico essenziale in un territorio assai difficile ed unico. Bisogna tutelare l’insularità, la specialità di Venezia, riconoscendo dei benefici per chi viene a lavorare a Venezia. È su questo che la politica locale si deve concentrare, l’aumento del prezzo dei biglietti dei vaporetti da 7.50 euro a 9,50 euro per una corsa o i costi della sottoscrizione della carta Venezia non devono diventare un ulteriore motivo per disincentivare la scelta di Venezia come luogo di lavoro, a esclusivo vantaggio di chi già si arricchisce con il turismo, facendone pagare i costi alla collettività».

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