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Va in pensione Giorgio Fascina, il «padre dei barman noalesi»

Ha ceduto il suo bar Terraferma. Nella sua carriera tra Venezia e Londra ha servito molte"stelle"

Nella sua lunga carriera di barman, da Venezia a Londra, ha incontrato personaggi come i Beatles, Charlie Chaplin, Tony Curtis, Eric Clapton e molti altri ancora. Giorgio Fascina, classe 1944, noalese doc, famiglia di mestiere (il papà Carlo con la moglie Giovanna gestiva la trattoria Al Bersagliere, il fratello Sergio cuoco e albergatore), festeggia quest’anno i 60 anni di attività. Una carriera, la sua, iniziata sotto la stella di un grande evento, le Olimpiadi di Roma, dove nel 1960 fu inviato dall’Istituto alberghiero di Venezia per fare esperienza al villaggio olimpico. Giorgio ha gestito, con il figlio Marco e l’aiuto talvolta della moglie Bruna, maestra in pensione, per trent’anni il cocktail bar Terraferma in piazza Castello a Noale, proprio in questi giorni ceduto ad una nuova gestione.

Le origini del locale

Partiamo proprio dal nome Terraferma. «Era il 1991 quando comunicai la mia decisione di aprire un locale a Noale ai colleghi di Venezia. Mi presero in giro dicendomi "Ti và in campagna?". E io, ricordandomi della pagina di cronaca di un quotidiano locale che si intitolava ‘Mestre e terraferma’, risposi loro "no, apro in terraferma". Da lì il nome del mio locale». Giorgio portò nella città dei Tempesta, il suo paese, l’esperienza acquisita in 30 anni passati dietro al banco di alberghi e ristoranti stellati: Danieli, Gritti, Bauer a Venezia, e poi Hilton e BT Tower di Londra, e ancora Le Padovanelle di Padova. «All’inizio non fu facile. Ricordo ancora l’ironia di qualche collega sul fatto che al Terraferma fosse possibile pagare con ben 5 carte di credito. All’epoca – osserva Fascina – un optional considerato forse eccessivo per una piazza come quella di Noale. Però poi negli anni ci arrivarono anche tutti gli altri».

Da maggiordomo in Svizzera all'esperienza a Londra

Prima di tornare nella sua città, Giorgio Fascina (noto come “una sciocchezza” per il suo vezzo di rispondere così al cliente al momento del conto) fece anche il maggiordomo ad una ricca nobildonna in Svizzera (ricorda «andavo a prendere giornali e brioches in centro con la Rolls Royce»). Il barman noalese, ora in pensione ma con il desiderio di fare il consulente («oggi mi capita di andare in certi locali anche stellati e notare tante cadute di stile nel servizio»), è uno scrigno di aneddoti e ricordi. «A Londra, quando il cameriere entrava in cucina per protestare sul ritardo nella comanda, il responsabile, a sua insaputa, gli buttava una manciata di farina sui pantaloni», ricorda. Un’esperienza importante quella londinese per Giorgio Fascina.

I ricordi di Fascina sono davvero tanti. Dal “tronco”, termine per definire il contenitore dove venivano riposte tutte le mance raccolte dai camerieri che poi venivano suddivise tra tutti a fine servizio, ai suoi liquori preferiti per realizzare i cocktail per cui è famoso. Ora il “padre di tutti i barman” noalesi si appresta alla pensione. Non si annoierà di certo visto le sue molteplici passioni, prima fra tutte quella della fotografia.

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