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Giorno della Memoria, 6 nuove pietre d'inciampo a Venezia e una a Chioggia

Dedicate a cittadini ebrei veneziani periti a causa del genocidio. «Per non dimenticare chi ha subito deportazioni e perso la vita nei campi di concentramento»

Sei nuove pietre d'inciampo sono state posate a Venezia, che ha voluto celebrare la Giornata della Memoria all'interno di un fitto e variegato calendario di appuntamenti proposti dal Comune in collaborazione con una sessantina di associazioni e istituzioni cittadine. Sono dedicate ad altrettanti cittadini ebrei veneziani vittime dell'Olocausto. Presenti alla cerimonia di lunedì in rappresentanza dell'amministrazione cittadina, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, e l'assessore al Turismo e Decentramento, Paola Mar, in compagnia dei rappresentanti del Centro Tedesco di Studi Veneziani, della Comunità Ebraica di Venezia, dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, della Chiesa Valdese Metodista di Venezia.

Posa delle pietre a Venezia

Memoria e sensibilità

«Queste Pietre – ha sottolineato la presidente Damiano – sono il segno tangibile di quanto Venezia sia sensibile a questa tragedia che ha colpito il mondo e la nostra stessa città. L'atto di 'inciampare' in una di esse, ci deve far ricordare le persone vittime di questo orrore, e nel contempo deve essere un monito perché tutto questo non debba più accadere». Le nuove pietre collocate sono dedicate a  Giovanni Gervasoni, Giuseppe Muggia, Maria Ester Anna Levi Muggia, Franca Muggia, Gino Aboaf, mentre l'ultima, quella dedicata a Gustavo Corinaldi, ha sostituito quella sottratta da ignoti lo scorso anno. «Oggi – ha osservato l'assessore Mar – siamo qui anche per trasmettere alle nuove generazioni memorie e valori che noi stessi abbiamo ricevuto dai nostri genitori e dai nostri maestri. È questo un diritto-dovere, una responsabilità che ci investe non solo come amministratori, ma, in primis, come cittadini». Con quelle odierne salgono a 78 le pietre dedicate ad altrettanti cittadini ebrei veneziani periti a causa del genocidio compiuto nel corso della Seconda guerra mondiale dai nazisti.

Anpi

Molto partecipati gli appuntamenti organizzati dal Comune di Chioggia in collaborazione con Anpi (Associazione nazionale partigiani) in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria. Domenica in corso del Popolo, oltre ai rappresentanti delle istituzioni, delle autorità civili e militari, delle associazioni combattentistiche e d’Arma, erano presenti gli studenti del Consiglio comunale dei Ragazzi della scuola "Galilei" (Istituto Comprensivo Chioggia 5) che hanno letto alcune frasi significative di scrittori e/o sopravvissuti ai lager nazisti. Lunedì in piazza Poliuto Penzo si è tenuta la posa della pietra d'inciampo, mentre la mattinata di venerdì primo febbraio sarà dedicata al teatro, con la messa in scena dello spettacolo per le scuole del centro di produzione teatrale La Piccionaia “Paciv Tuke. Onore a te”. 

Posa delle pietre a Chioggia

Campo di concentramento

«Oggi siamo qui per ricordare Guido Lionello – ha detto il sindaco Alessandro Ferro –, chioggiotto che perse la propria vita nel campo di concentramento di Dachau 1945, attraverso la posa della “pietra d'inciampo” dell'artista berlinese Gunter Demnig, che ringrazio per la presenza. Un piccolo sampietrino, ma di enorme significato: per non dimenticare tutti coloro che sacrificarono la propria vita per il bene degli altri, per non dimenticare chi ha subito deportazioni e perso la vita nei campi di concentramento». «Da qualche anno il locale comitato dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha avanzato la volontà di installare una pietra d’inciampo nel luogo dell’ultimo domicilio noto di Guido Lionello – ha spiegato Enrico Veronese, vicepresidente del comitato Anpi di Chioggia –, affinché chi vi si trovasse a passare fosse portato a chiedersi chi fosse stato, e a ricordarne l’esempio. Questa è la funzione delle pietre, corpi solidi ed eterni, e oggi ci siamo arrivati».

La storia

Il 16 novembre 1901, nella casa in piazza Poliuto Penzo oggi porta il civico 15, nasceva Guido Lionello. Nel 1920 la famiglia si trasferì a Venezia, alla Giudecca. Era il 1930 (e l’Italia ormai un regime) quando Guido si imbarcò per gli Stati Uniti e aderì a un sindacato clandestino. Fu rimpatriato, ma riuscì a fuggire in vari Paesi, combattendo anche in Spagna nelle Brigate Repubblicane Internazionali. Con l'avvento di Francisco Franco, tornò in Francia, ma l'occupazione nazista lo internò in un campo di lavoro a vantaggio dell'industria tedesca. Nel luglio 1943 cadde il fascismo e con l’8 settembre iniziò l’occupazione tedesca del nord Italia: per Guido Lionello si aprirono le porte di Dachau, da dove uscirà senza vita il 22 maggio 1945. Le sue spoglie si trovano al cimitero di San Michele, a Venezia.
 

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