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Attualità Campo di Ghetto Nuovo

Celebrazioni per il giorno della Memoria: ricordati al Ghetto i deportati veneziani

La cerimonia stamattina. Presenti il governatore Luca Zaia, esponenti della comunità ebraica veneziana, studenti e Alpini

Stamattina al Ghetto di Venezia si è svolta la cerimonia in celebrazione del giorno della Memoria per le vittime della Shoah, ed in particolare per quei 246 ebrei veneziani che furono catturati e deportati ad Auschwitz tra il 1943 e il 1944. Solo 8 fecero ritorno a Venezia. Presente il governatore del Veneto Luca Zaia: «Ogni anno trovo doveroso ricordare quello sterminio e il loro sacrificio - ha detto - e mi disgusta vedere che ci sono ancora negazionismi o siti inneggianti all'Olocausto. Mi piace invece vedere che ogni anno, nell'occasione della Giornata, il campo del Ghetto Nuovo si riempie sempre di più».

Cerimonia al ghetto

In rappresentanza della comunità ebraica c'erano, tra gli altri, il presidente Paolo Gnignati e il rabbino capo di Venezia, Scialom Bahbout. Hanno partecipato anche i ragazzi delle scuole del territorio. «I giovanissimi - ha commentato Zaia - in queste celebrazioni debbono esserci in numero sempre maggiore, e vedere, capire, trasmettere, ricordare, per non dimenticare mai più. Oggi vedo molti ragazzi, anche di origine straniera». Un ringraziamento è andato poi agli Alpini, «incrollabili custodi dello spirito del volontariato, della generosità, della nostra identità più profonda».

Memoria positiva

Per Bahbout, le celebrazioni hanno una doppia valenza: una negativa, legata alle persecuzioni, all'olocausto e allo sterminio; l'altra positiva, derivante dalle esperienze di chi invece ha agito per salvare centinaia di persone nel momento più buio della storia dell'umanità. «Fare il bene è la cosa più banale - ha ricordato - Tutti possiamo farlo, ognuno può rifiutarsi di accettare leggi che discriminano». Mentre Gnignati ha spiegato che il giorno della Memoria «non è un omaggio agli ebrei», bensì serve a ricordare che quanto accaduto in quegli anni «è stato un'offesa alla dignità nazionale, un'offesa che ha inciso su tutta la società e che ne ha imputridito il tessuto».

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