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Venezia, «Welcome» dell'Unesco alla soluzione del Comitatone per le grandi navi

Crociere in Marittima attraverso la bocca di porto di Malamocco e il canale Vittorio Emanuele facendo accostare le più imponenti nel nuovo terminal di Marghera

Per l'Unesco è «Welcome» la soluzione del Comitatone di novembre 2017 per le grandi navi a Venezia. «È stato riconosciuto - afferma il sindaco Brugnaro - il nostro impegno per la salvaguardia della Città. Il Vittorio Emanuele è la soluzione più rapida e urgente, senza pregiudicare alternative a più lungo termine». Delusione da Italia Nostra e Gruppo25Aprile.

Il Comitatone 

La bozza di "Decisione", che la Missione di monitoraggio ha proposto, sarà approvata nel corso del 43. Comitato del Patrimonio Mondiale che si riunirà a Baku il prossimo luglio. «Le navi da crociera per raggiungere la Marittima non passeranno più in bacino San Marco e lungo il Canale della Giudecca, ma attraverso la bocca di porto di Malamocco e il Vittorio Emanuele, facendo accostare nel nuovo terminal di Marghera le navi più grandi e salvaguardando così l'industria crocieristica. Si tratta  - commenta Brugnaro - del progetto già presentato proprio all'Unesco, a Parigi, a gennaio 2017, approvato in modo unanime dal Comitatone e che è fermo sulla scrivania del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti».

Avvio dei lavori

Ora il comitato del Patrimonio mondiale chiede non solo di avere il progetto dettagliato, ma soprattutto la tempistica di avvio lavori. «Non ci sono più alibi e la comunità internazionale ci chiede di andare avanti. Il Vittorio Emanuele è la soluzione più rapida e urgente – commenta il primo cittadino - dopo la pubblicazione della bozza di Decisione preparata dal Comune e presentata dal governo lo scorso dicembre».

I comitati

Le navi di più grandi dimensioni, che superano le 40 mila tonnellate, accosterebbero a Marghera. Questo per Italia Nostra significa che resterebbero in laguna, a dispetto delle soluzioni alternative ancora in fase di studio al ministero dei Trasporti. «Vari studi scientifici informano che mantenere le navi di grande tonnellaggio in laguna significa condannare la sua morfologia (sopravvissuta 6000 anni) alla sparizione per erosione. Sconcertato anche il Gruppo25Aprile. «Unesco pilatesco - scrive -. Nel 2016 questa città aveva riposto grandi speranze nell’Unesco. È con un sorriso amaro che accogliamo la decisione di un ulteriore rinvio a febbraio 2020. Il World Heritage Committee, unico abilitato a inserire Venezia nella lista dei siti in pericolo, si riunisce soltanto una volta all’anno e lo fa a luglio, quindi dopo le elezioni comunali del 2020. Sembra voglia non “disturbare” il sindaco in carica». 

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