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Grandi navi, la mobilitazione è pluralista. Clia: «Dal 2012 chiediamo il Vittorio Emanuele»

Gruppo25Aprile: «Sabato la più grande manifestazione degli ultimi 10 anni. Per gli scavi in laguna attendiamo la Via, poi ci opporremo con tutte le forze»

«Una mobilitazione puralista, probabilmente una delle più partecipate degli ultimi 10 anni». Non ha dubbi il portavoce del Gruppo25Aprile, Marco Gasparinetti, quando racconta la giornata del corteo No grandi navi di sabato, a Venezia. Il gruppo ha preso parte assieme a migliaia, 8 mila secondo la polizia locale di Venezia, 5 mila secondo altre forze dell'ordine, di appartenenti a comitati, associazioni, sindacati, organizzazioni cittadine. «Alla manifestazione c'erano famiglie e bambini, giovani, anziani e categorie varie e trasversali della città. Sminuire la mobilitazione è negare la realtà dei fatti - afferma Gasparinetti - La pagina VeneziaMioFuturo, fra le più lette a Venezia, che non ha connotazioni politiche, ha promosso l'evento invitando tutti alla partecipazione. Chi dice che al corteo c'erano i soliti comunisti afferma un dato privo di fondamento».

Il Vittorio Emanule

Il nodo del problema è rimasto quello dell'alternativa al canale della Giudecca per il passaggio delle crociere, da individuare anche al di fuori della laguna. Rimanendo in ambito lagunare, le istituzioni che si riunirono nel Comitatone del 2017, tra cui Comune di Venezia, Regione del Veneto e l'allora ministro delle Infrastrutture del governo Renzi, Graziano Delrio, optarono per il canale Vittorio Emanule. Su questa linea anche le compagnie crocieristiche attraverso l’associazione internazionale che le rappresenta (Clia).

Economia e ambiente

«Le società credono che sia possibile conciliare l’unicità di Venezia con il turismo crocieristico - spiega Adam Goldstein, chairman di Clia - che contribuisce per 150 milioni di euro ogni anno all’economia della città, che è programmato e organizzato con anticipo e che genera migliaia di posti di lavoro. Proprio per questo, fin dal 2012 le compagnie sono tra le prime a chiedere una rotta alternativa per spostare le grandi navi dalla Giudecca e hanno per questo realizzato studi e simulazioni, collaborando sempre con le istituzioni locali e nazionali. Le compagnie ritengono che quanto individuato dal Comitatone nel 2017, oltre a essere l’unica proposta finora ufficiale, sia anche la migliore scelta possibile. In particolare, chiedono a tutte le parti coinvolte nella questione veneziana la massima rapidità nel far partire i lavori per il dragaggio del canale Vittorio Emanuele, così da tracciare la nuova rotta per le navi più grandi».

La Via

«Quella dello scavo del Vittorio Emanuele, canale gemello al Contorta, il cui dragaggio è stato accantonato, è un'opzione che richiede una Via, valutazione d'impatto ambientale - aggiunge il 25Aprile. Le masse d'acqua del Contorta e del Vittorio Emanuele, che dopo il Mose entrano in comunicazione con una corrente più forte, premono con una intensità maggiore sulle fondamenta. Da parte nostra, dopo la Via, nei 60 giorni successivi all'eventuale approvazione, ci opporremo con tutte le forze (perché ci sono anche problematiche archeologiche su quei fondali) a questa strada».
 

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