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Ricorso per l'inceneritore, sospensiva dal Consiglio di Stato

Il 21 aprile fissata l'udienza per la discussione sul ricorso dei comitati ambientalisti contro l'impianto. La replica di Veritas: «Solo in aula i giudici potranno decidere se accettarlo o respingerlo»

«La partita è ancora aperta». Così il coordinamento "No Inceneritore Fusina" commenta la decisione del Consiglio di Stato, dopo la bocciatura del primo ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale Veneto) sull'impianto, che ha accolto la richiesta di sospensiva. A breve sarà fissata l'udienza per la discussione sul merito del ricorso, precisamente il 21 aprile. «Un esito non scontato, perché se il collegio giudicante avesse riconosciuto come valide le eccezioni sollevate dal Tar Veneto sulla nostra legittimazione a presentare ricorso, allora ci sarebbe stato un inevitabile respingimento, e a quel punto l'unica strada percorribile sarebbe stato un ulteriore ricorso a livello europeo. Ora ci auguriamo che il Consiglio di Stato esprima un giudizio anche di merito sulle nostre contestazioni», commenta il coordinamento No inceneritore Fusina.

«Sono emersi ai nostri occhi dei fatti inquietanti - aggiunge - per quanto riguarda i controlli delle emissioni. Avevamo già sollevato in precedenza forti dubbi sulle misurazioni e sulle simulazioni presentate da Ecoprogetto e ora risulta che il campionamento dei gas prelevati è stato affidato a Lecher srl, una società controllata direttamente da Veritas spa per il 50%, e per l'altro 50% detenuta dalla Depuracque di Salzano, che a sua volta è al 100% di Veritas. Per di più, il direttore di Depuracque è Massimo Zanutto, il quale ricopre la stessa carica per l'inceneritore di Ecoprogetto. Il controllato è controllore di se stesso. Presenteremo a breve un dossier su questi aspetti molto preoccupanti».

«I comitati cantano vittoria perchè il Consiglio di Stato avrebbe accolto la loro richiesta di sospensiva, accettando il loro ricorso. Prima di tutto è bene precisare che non esiste alcuna sospensiva, perchè loro stessi l'hanno ritirata per evitare di farsela bocciare per la seconda volta - replica Veritas spa - Inoltre, solo in aula i giudici potranno decidere se accettare o respingere il ricorso. Dicono poi che il Tar aveva respinto il loro ricorso per una questione formale. Risulta invece che i giudici siano entrati nel merito (tale infatti era il giudizio), stabilendo che i ricorrenti non avevano titolo per presentare il ricorso e che tutto era perfettamente a norma, compreso il rispetto dei limiti delle emissioni. Forse è arrivato il momento che si accorgano che l'opzione rifiuto zero è al di là da venire (ci sono infatti rifiuti che attualmente non possono essere riciclati), che l'utilizzo della discarica da loro caldeggiato è una pratica peggiore per l'ambiente e per la salute dei cittadini, e che l'unica strada percorribile per tutelare veramente il nostro territorio  è la produzione di energia dai rifiuti che non possono essere riciclati, come indicato dall'unione europea e dai principi dell'economia circolare».

Sul tema inquinamento tornano alla carica i comitati metropolitani tutti insieme. «Da ormai troppi giorni si registrano altissimi livelli di inquinamento atmosferico – riaffermano le realtà ecologiste – con gravi rischi per la salute delle persone e in particolare dei bambini. Eppure la politica e le istituzioni preposte, a cominciare da quelle sanitarie, non stanno facendo nulla di concreto. Come se questa non fosse un'emergenza sanitaria e ambientale. L'inceneritore di Fusina è solo l'ultimo degli impianti che vanno quotidianamente a sputare veleni sul nostro territorio. Dopo le richieste di tanti medici, genitori e comitati, dopo le mozioni votate in Consiglio regionale e nei Consigli comunali di Venezia e Mira, avevamo finalmente ottenuto un tavolo di confronto per avviare i biomonitoraggi. Ebbene ad oggi siamo a un nulla di fatto. L'11 febbraio andremo con una nostra delegazione alla direzione prevenzione a reclamare una risposta chiara e definitiva sul tema biomonitoraggi. 

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