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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Bretella ferroviaria di collegamento con l'aeroporto di Venezia: «Si faccia chiarezza»

L'interrogazione dell'onorevole Pellicani sui tavoli dei ministeri Trasporti e Ambiente di De Micheli e Costa

«Sì al collegamento della stazione di Mestre con l'aeroporto Marco Polo. Stop al progetto dettato da Save». L'onorevole del Partito Democratico Nicola Pellicani porta in parlamento la questione del "cappio", parte della bretella di connessione tra la ferrovia e lo scalo di Tessera, sui tavoli del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli e del ministro dell'Ambiente Sergio Costa. «Il progetto attuale prevede la realizzazione di un tratto di linea ferroviaria di circa 8 chilometri, che in prossimità dell’aeroporto diventa a binario singolo sotterraneo formando un nodo anziché arrestandosi su una stazione "di testa”, come previsto in origine, con un alto impatto ambientale e costi superiori ai 500 milioni di euro. Non serve - prosegue Pellicani - un progetto faraonico, invasivo, costoso e poco rispettoso del fragile equilibrio ambientale». 

Case e attività produttive coinvolte

Il progetto presentato da Rfi Italferr (rete ferroviaria italiana) in accordo con Save (la società che gestisce l'aeroporto Marco Polo di Venezia dal 1987) ed Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile) per Pellicani «è calato dall'alto, non ha coinvolto i cittadini e le istituzioni territoriali, ma è fatto su misura per gli interessi di Save». L'illustrazione avvenuta in Consiglio Comunale il mese scorso «non è stata sufficiente per chiarire le varie criticità del progetto in relazione alle ricadute che avrà l'opera sull'ambiente e sugli insediamenti residenziali (prevede la demolizione di case) e produttivi che andrebbe a intersecare». Secondo la Regione ci sono anche problemi relativi alla presenza di una falda acquifera nel tratto previsto sotto terra, che farebbero salire ulteriormente i costi.

L'ambiente e la gronda

«Va risolto il tema degli espropri e chiarita la posizione e il contributo di Save - continua Pellicani -. Nella documentazione di 800 pagine, allegata al progetto, non c'è alcuna traccia delle intese intercorse, tra Rfi, Enac e Save afferma - . I ministeri valutino l'efficacia dell'opera, prevedendo ipotesi alternative per il collegamento tra l'aeroporto Marco Polo e la linea ferroviaria Venezia-Trieste». Il progetto prevede anche la demolizione del borgo storico di Ca’ Litomarino in un’area di interesse ambientale e paesaggistico, tutelata. «La realizzazione dell’opera metterebbe a rischio anche la permanenza di Venezia e la laguna nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, poiché non appaiono rispettate le procedure e le verifiche richieste - afferma Pellicani - che esprime preoccupazione per l'ecosistema del sito - : una zona geomorfologicamente delicata, ricca di paleoalvei di fiumi in stretta relazione con l'acqua. La galleria attraverserà sedimenti alluvionali dell’ultimo massimo glaciale (l'ultima glaciazione circa 20 mila anni fa), secondo esperti, e potrebbe determinare “un abbassamento del livello delle falde che rischia di richiamare acqua dalla costa con avanzamento del cuneo salino e destrutturazione dei livelli argillosi della gronda lagunare». Infine le acque di estrazione che verrebbero tolte per la realizzazione della galleria, ricche di arsenico, potrebbero finire in laguna, sempre in base ad alcuni studi.


 

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