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Ivo Stazio, laguna e altre visioni

Alla Vi.P. Gallery Venezia, accanto all'Accademia, una mostra personale del pittore bolognese Ivo Stazio dedicata alla città lagunare e ad altre "visioni"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Comunicato Stampa Alla Vi.P. Gallery Venezia il pittore bolognese Ivo Stazio con la mostra personale “Laguna e altre visioni” Sabato 2 aprile 2022 alle ore 16 si inaugura in Rio Terà de la Carità - Dorsoduro 1046 (accanto alle Gallerie dell’Accademia) la mostra personale del pittore bolognese Ivo Stazio intitolata “Laguna e altre visioni”, la seconda personale dell’anno del ricco programma della stagione targata “Vi.P. Gallery- Virgilio Patarini Arte Contemporanea” della Galleria ItinerArte a Venezia. In mostra nello Spazio Rio Terà della Galleria una quindicina di quadri dedicati a Venezia, alla laguna e ad altre “visioni” urbane e marine di uno dei più apprezzati pittori del panorama italiano.

La mostra sarà visitabile fino al 15 aprile, dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 18,30; sabato dalle 15 alle 19; domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18. Altri giorni e orari su appuntamento. Contemporaneamente, nello Spazio Campiello, una selezione di opere degli altri artisti in permanenza: i fotografi Carlo D’Orta, Massimo Rana e Graziano Filippini, gli scultori Domenico Scolaro e Maria Luisa Ritorno, gli artisti visivi Alberto Besson e Vito Carta, e i pittori Luisa Ghezzi, Laura Longhitano, Paola Gamba, Walter Bernardi, Michel Patrin, Alessandra Sanvito, Alessandra Cantamessa, Fiorella Manzini, Franco Maruotti, Ivo Stazio e Virgilio Patarini. Ingresso libero.

L’arte di Ivo Stazio danza sull’orlo sottile che separa una figurazione “scabra ed essenziale”, allusiva, ad un’astrazione informale materica ed altrettanto allusiva. In tutti i suoi quadri c’è il recupero consapevole del retaggio della migliore figurazione italiana degli ultimi cento cinquant’anni: dai macchiaioli fino ai cosiddetti “ultimi naturalisti”, tra una sintesi formale al limite della dissoluzione della forma e una pastosità in rilievo della materia pittorica trattata con decise e sapienti spatolate. Spesso poi lo spunto figurativo, tende a ridursi a mero punto di partenza per affacciarsi con lo sguardo e con la mente al limite della pura esplorazione astratta, informe ed informale, anche se i piedi, metaforicamente parlando, restano sempre saldamente ancorati ad estreme propaggini di Realtà sospese sull’abisso delle emozioni. Una pittura in costante tensione tra la materia e la “visione” (Vi.P.)

Ivo Stazio (Bologna, 1959) fin dagli anni '80 inizia ad esporre in mostre personali e collettive, ottenendo nel tempo riconoscimenti di caratura internazionale. Negli anni successivi conosce ed approfondisce la pittura dei maestri della scuola bolognese che rientrano nel novero degli “Ultimi naturalisti”, come rubricato da Francesco Arcangeli: Ilario Rossi, Pompilio Mandelli, Bruno Pulga, Sergio Romiti. Inizia da qui la sua speri-mentazione artistica di cui, nel 1997, il critico Valerio Grimaldi, riconosce la continuità pittorica, coloristica e tonale (“Il colore dentro”). Nel 1998 la personalità dell’artista emerge in una mescolanza di “razionalità e passione”, analizzata da Franco Basile ne “La luna calpestata” nella quale le metafore si mescolano in un desiderio di fuga dalla realtà, per sognare, fuggire lontano “non ha importanza se la luna non è più la stes-sa, basta un’ombra per ritrovare il ricordo e ritrovare, forse, parte di ciò che si è perso”. In questa ambiva-lenza tra sogno e realtà le luci, le dimensioni, i colori, i paesaggi si muovono in assoluta libertà. Nel 2002 Adriano Baccilieri ripercorre l’opera di Ivo Stazio in un itinerario che parte dal punto in cui si perdono le immagini degli anni novanta e nasce la pittura dei momenti lirici all’interno dei quali l’Informale viene uti-lizzato e piegato al figurativo contemporaneo. Negli anni che seguono, tra gli altri importanti critici che si dedicano all’artista figura Valerio Dehò che tra l’altro scrive: “la scelta cromatica di Ivo Stazio degli ultimi anni si basa su colorazioni incisive, contrastanti e cupe, colori graffianti, grazie anche all'uso della spatola, che incidono la tela lasciando trapelare la luce nelle morbide colorazioni. Un procedimento lento nel quale l’artista focalizza la sua attenzione alla trama, al colore, alla materia. Una ricerca che continua tutt’oggi vol-ta a scoprire qualcosa di genuino, tra i diversi linguaggi quali la sabbia, la terra, il catrame, il gesso, in una sinfonia poetica della materia”. Tra le ultimissime esposizioni personali ricordiamo: nella primavera del 2021 alla Vi.P. Gallery Milano sul Naviglio Grande “Oltre il Blu Reale”, nel 2020 a Bologna, alla Sede della Regione, “Il fascino di Bologna tra colore e materia”, nell’ottobre 2019 alla Vi.P. Gallery Milano “Possibili scenari”, nel 2019, a Bologna, nello Spazio espositivo di “Fico” con la mostra intitolata “Hangar” e alla Galleria Il Ponte 04 a Pieve di Cento (BO); nel 2018 alla Galleria di Arianna Sartori a Manova e alla Galleria Piccinini a Bologna. Qui sotto il calendario delle prossime mostre personali fino a luglio.

Dal 16 al 29 aprile, nello spazio Rio Terà il fotografo romano Carlo D’Orta con la mostra “Architextures e paesaggi surreali” e nello Spazio Campiello il giovane pittore bielorusso Yaroslav Gamolko con “Pop Revolution” Poi nei mesi successivi: Franco Maruotti, dal 30 aprile al 13 maggio; Maria Luisa Ritorno, dal 14 al 27 maggio; Michel Patrin, dal 28 maggio al 10 giugno; Paola Gamba, dall’11 al 24 giugno; Alberto Besson, dal 25 giugno all’8 luglio; Daniela Doni, dal 9 al 12 luglio Per ulteriori informazioni: https://www.zamenhofart.it/vi-p-gallery-venezia-stagione-2021-2022/

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