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Leoni (Ordine dei medici): «Certificare l'immunizzazione è la strada per la riapertura»

In un'intervista a Dire ha parlato dell'andamento dei vaccini anti Covid, della curva dei contagi e di "no vax"

L'adesione di medici e personale ospedaliero alla vaccinazione anti-Covid è «adeguata» secondo Giovanni Leoni, presidente dell'Ordine dei medici di Venezia, che in un'intervista all'agenzia "Dire" ha fatto il punto sulla campagna di immunizzazione. «Ho visto la gente che faceva la fila per vaccinarsi, gli operatori sanitari sono fortemente motivati», ha detto. In merito ad eventuali posizioni anti-vacciniste da parte di medici, Leoni commenta: «Se sono note, messe sulla stampa, possono creare problemi. Gli iscritti vengono convocati dall'Ordine per un colloquio e poi eventualmente vengono presi provvedimenti disciplinari». Perché «bisogna avere rispetto per le realtà scientifiche e le evoluzioni della medicina e ricordarsi delle responsabilità che si hanno nei confronti dei cittadini».

La produzione di vaccini

Ciò che è successo per la produzione di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, dovrebbe avvenire anche per i vaccini: «Ci dovrebbe essere una conversione dell'industria farmaceutica, che è molto complessa, perché il problema dei vaccini e delle malattie infettive è anche in prospettiva una sfida che dev'essere affrontata». Le industrie italiane, secondo Leoni, si dovrebbero attrezzare per «produrre a sufficienza vaccini sia per adesso sia per le possibili varianti».

Certificare l'immunizzazione: la strada per la riapertura

Secondo Leoni, «per riaprire la possibilità di frequentare certi ambienti, tipo palestre, viaggi aerei, la strada è la certificazione della vaccinazione. Su questo dovremmo lavorare su. Io ho ricevuto la seconda vaccinazione, ho chiuso, e mi è stato rilasciato un certificato delle vaccinazioni eseguite: questa è la strada».

Calo anomalo della curva

Il presidente della Regione Luca Zaia sostiene che la curva epidemiologica veneta sia anomala, in quanto evidenzia un calo importante dei ricoveri per Covid già dall'1 gennaio 2021, a fronte di restrizioni entrate in vigore il 24 dicembre 2020, e quindi a distanza troppo ravvicinata perché possano essere individuate come causa. Ma, per Leoni, i dati «andranno analizzati nel futuro: al momento siamo nelle ipotesi»: in compenso «è incontrovertibile che l'area arancione e rossa abbiano funzionato. E ora che siamo in area gialla dobbiamo meritarcelo: spero che la gente abbia raggiunto un adeguato grado di maturità, purtroppo le regole non sono cambiate e questo andrà avanti per i prossimi mesi, almeno fino a questa estate».

Vaccino: lo somministrino medici e infermieri

Leoni non approva l'ipotesi di ampliare la campagna consentendo anche a personale non medico e non infermieristico di somministrarlo: «In farmacia i vaccini potranno essere venduti, ma la storia clinica deve farla un medico, la puntura può farla un infermiere, ma ci dev'essere personale medico». Tra l'altro «sarebbe inutile snaturare la vaccinazione», in quanto «in questa campagna antinfluenzale la Regione Veneto ha somministrato 1,7 milioni di vaccini in circa due mesi, senza bisogno di ricorrere ad ulteriore personale, quindi ha dimostrato che si può fare». Il problema, semmai, è l'arrivo delle dosi.

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