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L’appello di Fipe ai sindaci: «No a sagre e feste che fanno concorrenza sleale alle attività»

La richiesta di evitare le autorizzazioni ad eventuali eventi promossi da privati, su suolo pubblico, che fanno concorrenza ai pubblici esercizi

Il presidente di Confcommercio Metropolitana, nonché di Fipe Venezia, Massimo Zanon, ha inviato una lettera a tutti i 44 sindaci della Città metropolitana di Venezia chiedendo di evitare le autorizzazioni ad eventuali eventi promossi da privati, su suolo pubblico, che fanno concorrenza ai pubblici esercizi per la somministrazione di cibo e bevande senza avere alcun legame né con il contesto della città né col calendario di iniziative, la storia e le tradizioni dei luoghi che le ospitano.

«Al pur legittimo interesse del profitto non può non corrispondere il rispetto e l’attenzione per il territorio – spiega Zanon –. Questi operatori sono soggetti a norme meno onerose, ma propongono prodotti o servizi simili, per qualità e varietà, a quanto proposto dai ristoratori e dai pubblici esercizi di un determinato posto. Serve una regolamentazione». Nella missiva si legge che «in queste settimane stiamo vivendo una nuova, positiva fase per quanto riguarda l’andamento regressivo della pandemia da Covid. L’auspicio che lo sforzo di tutti potesse condurre ad un effettivo, definitivo controllo della pandemia e a un ritorno alla normalità, sembra ormai una prospettiva reale e prossima. Per non deprimere e impoverire definitivamente il comparto dei pubblici esercizi, sarà estremamente importante mantenere nei prossimi mesi il rispetto delle regole per una leale concorrenza che salvaguardi sia la salute, sia la socialità dei cittadini-clienti».

La richiesta di Fipe ai primi cittadinI è «richiamare l’attenzione sull’opportunità di adeguare la calendarizzazione di eventi come sagre e feste locali, evitando quelle più estemporanee, non rispondenti a requisiti di storicità e tradizione, e non in grado di garantire tutte le norme igienico sanitarie, anche del personale volontario coinvolto, ed il rispetto dei nuovi standard di prevenzione. Così come quegli eventi, promossi da soggetti privati, di natura straordinaria e non collegati ad un programma di celebrazioni, che di fatto si traducono in un’attività di ristorazione, realizzando unicamente il fine economico, senza lasciare alcuna risorsa sul territorio».

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