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Giovane autrice mestrina racconta in un libro la propria lotta contro l'anoressia

Silvia Varisco, 26enne mestrina, ha da poco pubblicato il libro autobiografico "C’era una volta. La mia lotta contro l’anoressia", nel quale racconta la sua personale battaglia contro il disturbo alimentare

«C’era una volta una ragazza che adesso non c’è più, o meglio, è qui fisicamente, è presente ma vuole solo sparire»: è così che Silvia Varisco, giovane autrice ed educatrice mestrina, racconta l’incedere di un feroce disturbo alimentare nel suo libro autobiografico C’era una volta. La mia lotta contro l’anoressia.

Ogni capitolo, così come il titolo, riprende l’incipit delle fiabe tradizionali ma il racconto che scrive Silvia è tutt’altro che fiabesco: «Sono sempre stata una sognatrice e sin da bambina desideravo una vita da favola ma questo libro è la dimostrazione che la realtà è ben diversa e non tutte le storie terminano con la classica formula "...e vissero per sempre felici e contenti”».

Silvia ha 23 anni quando comincia a soffrire di anoressia: «Inizialmente non me ne rendevo conto. Ho realizzato di stare davvero male quando mi hanno costretta a guardarmi allo specchio e messo su una bilancia che segnava 20 chili in meno. Mi sono ritrovata all’interno di un corpo nuovo, così diverso da quello precedente; ho dovuto fare i conti con un corpo estraneo, con un mostro che aveva deciso di manovrare la mia vita, di pilotarla, controllarla al mio posto perché io non ero più in grado di farlo». 

L’autrice racconta la propria lotta senza alcuna riserva, costringendo il lettore a guardare nello stesso abisso nel quale lei stessa ha scrutato per molto tempo. Con uno stile di scrittura scorrevole e ricercato, Silvia non si limita a narrare solo la malattia ma descrive anche le speranze e i desideri di una giovane ventenne, senza tralasciare però di illustrare quel malessere generazionale vissuto da molti suoi coetanei. 

Le parole sono forti, a tratti spigolose: «Ho odiato la vita, ho odiato il mondo intero e sperato di non farne più parte. All’insaputa di tutti, perfino di me stessa, avevo scelto di morire» racconta nel romanzo. Nel momento peggiore della malattia, Silvia decide però di scrivere la propria storia. Una sorta di autoterapia, come lei stessa dichiara: «Ho iniziato a scrivere questo libro ed è stato un modo catartico per buttare fuori tutto quello che avevo dentro e che non riuscivo a far vedere. L'ho scritto in un anno e mezzo». 

La caduta, la profonda desolazione, e infine la risalita, la luce fuori dal tunnel: «Quando ho cominciato a respirare, quando ho cominciato a scrollarmi di dosso ogni tristezza, ogni senso del dovere e ogni angoscia per il futuro, ho ritrovato me stessa. Ho capito che chiedere aiuto, decidere di farsi curare, ammettere finalmente di non riuscire a farcela da soli, non è sinonimo di debolezza. È decisamente un atto di coraggio» spiega alla fine del racconto. 

C’era una volta. La mia lotta contro l’anoressia, edito da Panda Edizioni, è ordinabile in qualsiasi libreria e in tutti gli store digitali. Come spiega l’autrice: «È un libro per tutti, perché tutti noi abbiamo una storia da raccontare e questo significa che non bisogna mai soffermarsi sulle apparenze ma cercare di vedere oltre. È soprattutto un testo che cerca di aiutare chi soffre di questo disturbo per far capire loro che non si è soli e che chiedere aiuto non è segno di debolezza, anzi. È un libro per le loro famiglie, per urlare al mondo che questa non è una malattia da sottovalutare, perché si rischia di perdere la vita: c'è chi muore di anoressia».

Oggi Silvia sta meglio ma spiega che la cicatrice di ciò che ha passato le resterà impressa per sempre. Non le piace molto pensare al futuro perché - afferma - ha bisogno di concentrarsi sul presente. Al momento sta lavorando ad un nuovo libro, rivolto all’infanzia.

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