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Martedì, 19 Marzo 2024
Attualità Marghera / canale dei Petroli

Limiti alla forza del vento per l'ingresso delle crociere lungo il canale dei Petroli

L'ordinanza della Capitaneria di porto di Venezia ha introdotto il requisito per la sicurezza della navigazione lungo il canale Malamocco-Marghera. Martini: «Questa soluzione per la grandi navi man mano mostra tutti i problemi»

Navi da crociera lungo il canale Malamocco-Marghera verso gli approdi temporanei. Come ha stabilito la Capitaneria di porto, oltre ai limiti già definiti dal decreto legge governativo di agosto sulla stazza lorda (che non deve essere superiore alle 25 mila tonnellate), sulla lunghezza (non superiore superiore a 180 metri) e sull'altezza (non superiore a 35 metri), e oltre al combustibile in manovra che non potrà avere un contenuto di zolfo uguale o superiore allo 0.1%, il Regolamento per la sicurezza della navigazione ha introdotto misure sui limiti di intensità del vento. Standard che vanno valutati quando le navi da crociera sono in transito attraverso la bocca di porto di Malamocco Marghera fino agli “approdi diffusi” individuati, all’attualità, a Fusina e al terminal Vecon di Marghera. La problematicità del vento per il passaggio delle crociere a Venezia non è un fatto nuovo, né legato agli approdi temporanei. Il provvedimento della Capitaneria riguarda il canale di Malamocco e prevede un limite del vento a 15 nodi per navi di Gt (gross tonnage) maggiore o uguale a 75 mila tonnellate; limite a 20 nodi con navi tra le 60 e le 75 mila Gt, e a 25 nodi con navi tra le 45 e le 60 mila Gt. Trenta nodi con navi sotto le 45 mila Gt. Le prescrizioni per il canale della Giudecca rimangono le precedenti nel limite, però, delle dimensioni che il decreto legge dello scorso agosto ha imposto.

«La prima grande nave dirottata ieri al Porto di Trieste a causa del vento eccessivo, un fatto che riporta il tema della crocieristica di grandi dimensioni sul piano della realtà - commenta il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!) - Non si può non fare i conti con i limiti fisici della laguna e delle condizioni metereologiche. C'è chi continua ad invocare l'escavo e dunque l'allargamento della portata del canale dei Petroli come una soluzione – continua il consigliere  – ma è chiaro che la proposta di attracco a Porto Marghera si sta dimostrando un progetto colabrodo, nel senso che man mano vengono fuori tutti i problemi legati a questa decisione. La crocieristica va ridimensionata a Venezia. Le persone – continua Martini - hanno bisogno di portare a casa la pagnotta, di alternative concrete. Chiedono che sia mantenuto il lavoro e questo è giustissimo. Si tratta di capire quale lavoro. Una parte di loro potrà continuare a fare quello che fa con le navi sotto le 25 mila tonnellate, in Marittima. Una parte di loro no: questa fetta di occupazione va sostenuta e aiutata a trovare nuovi sbocchi. Questa è vera politica sostenibile - conclude il consigliere - perchè coniuga esigenze ambientali e di sicurezza con prospettive di vita. Se però i grandi portatori di interesse non intendono cambiare di una virgola, il problema si fa serio. Rischiamo di far spendere allo Stato un sacco di milioni, per poi avere risultati comunque non soddisfacenti. Il coraggio e la lungimiranza imprenditoriale si misurano sulla capacità di rinnovarsi. Il progetto delle grandi navi a Porto Marghera non ha questa caratteristica».  

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