A Lio Piccolo affidato il restauro della canonica
I lavori di recupero del Borgo inizieranno entro la fine del 2023 per un importo complessivo di 1,5 milioni. A seguire il teatro, il palazzo Boldù, la scuola e le aree esterne. Importo complessivo di circa 6 milioni
Il Comune di Cavallino-Treporti ha affidato l’incarico per la progettazione tecnica ed economica del restauro degli edifici del Borgo di Lio Piccolo, la canonica, il teatro, il palazzo Boldù, la scuola e le aree esterne. I lavori di recupero del Borgo inizieranno entro la fine del 2023, step by step, a partire dalla canonica, avviando così il masterplan di riqualificazione previsto dall’amministrazione per un importo complessivo di circa 6 milioni di euro.
«Stiamo perseguendo un progetto ambizioso. Dopo lo studio e i rilievi dei professionisti incaricati dal Comune, dal prossimo anno possiamo avviare i primi interventi di recupero, iniziando dalla canonica, per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro – spiega l’assessore alla cultura Alberto Ballarin, tra le cui deleghe ha anche quella del progetto strategico di Lio Piccolo -. La volontà è quella di restituire alla comunità questo luogo, la sua storia e le sue memorie, e di renderlo fruibile per il futuro con progetti dedicati e compatibili con gli spazi e i luoghi che circondano e rappresentano la perla della Laguna Nord».
Contestualmente, l’assessore sta lavorando con gli enti preposti e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, al secondo step degli scavi archeologici inerenti lo studio della Villa Romana. «A breve comunicheremo le date ufficiali di avvio delle ricerche e degli appuntamenti inerenti gli scavi. Questo è un altro tassello volto a tracciare il percorso delle nostre origini e la restituzione al presente dei reperti e delle strutture pertinenti la Villa Romana sita nei pressi dell'attuale canale Rigà – aggiunge -. Stiamo lavorando su diversi progetti per Lio Piccolo, culturali e di tutela dell’ambiente, ma anche sulla mobilità con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale, come nuove piazzole di scambio, senza dimenticare la fragilità di questi luoghi».