La cultura della sicurezza contro infortuni e tragedie sul lavoro: Lisa Servizi compie 25 anni
È delle prime società del territorio a sviluppare progetti di sicurezza comportamentale: oggi il taglio del nastro nei nuovi uffici del Vega di Mestre
Lisa Servizi, società di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, festeggia i 25 anni di attività e si amplia. Grazie all’acquisizione di nuovi uffici e aule formazione l’azienda ha triplicato la superficie della propria attività, che si trova nell'edificio Lybra del parco scientifico Vega di Mestre. Il traguardo è stato salutato con il taglio del nastro, la mattina di venerdì 15 settembre, con la partecipazione dell'assessore Paola Mar del Comune di Venezia, del sindaco di Martellago Andrea Saccarola e di una rappresentanza della protezione civile di Martellago.
Nel pomeriggio l'evento si è spostato all'hotel ai Pini di Mestre, dove alle 16.30 è iniziato il convegno "Sicurezza sul lavoro, oltre gli obblighi di legge - esempi di eccellenza", patrocinato da AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza), AiFOS (Associazione Italiana Formatori della Sicurezza sul Lavoro) e Città Metropolitana di Venezia.
Oltre all’ingegner Riccardo Borghetto, amministratore unico di Lisa Servizi, tra i relatori scelti per il seminario hanno preso parte i rappresentanti delle più autorevoli associazioni e organizzazioni nazionali in ambito formazione, sicurezza e salute sul lavoro e sostenibilità. A presentare le novità in ambito formazione, l’ingegner Francesco Santi, presidente di AIAS. Quindi l’intervento video registrato del dottor Fabrizio Benedetti, presidente commissione sicurezza dell’UNI e coordinatore generale Contarp dell’Inail. L’architetto Antonio Pedna, esperto QHSE, ha messo a confronto le statistiche italiane degli infortuni sul lavoro con quelle degli altri paesi UE. La professoressa Chiara Vianello, dell'università di Padova, ha spiegato come la tecnologia può migliorare la sicurezza. Le migliori prassi e l’eccellenza in ambito sicurezza, tema cardine del convegno, sono state affrontate dall’ingegnere Elisabetta Spiller (QHSE Manager Fives OTO S.P.A). La tavola rotonda finale, “Come tenere sotto controllo gli infortuni nelle organizzazioni”, ha visto la partecipazione del Deputy General Manager HSE e HSE Director EMEA di Hitachi Rail STS Alfredo Tommasone con l'ingegnere Tania Boatto, EHS Manager Italia di Xylem, e il dottor Michele Grego, EHS Manager di Molex.
Il trend degli infortuni rimane stabile
Le statistiche Inail ci dicono che negli ultimi anni il numero di morti per incidenti sul lavoro è stabile con piccole variazioni congiunturali, come la pandemia. Non si intravede una chiara inversione di tendenza. Sono molti anni che abbiamo più di 1000 morti all’anno, per cui parlare di emergenza infortuni non ha alcun senso. La situazione è strutturale e dipende da molti fattori, tra cui l’attuale normativa: l’approccio burocratico sposta l’attenzione delle aziende sul rispetto di centinaia di adempimenti documentali, spesso senza senso, in un contesto sanzionatorio penale che fa perdere di vista l’obiettivo della prevenzione reale. In un contesto come quello italiano, in cui circa il 95% delle aziende sono micro imprese (Dati Istat 2020), l’approccio burocratico è fallimentare. Un aumento dei controlli, anche di 100 volte, accrescerebbe la produzione di documenti di prevenzione ma non modificherebbe la cultura della sicurezza.
Anche l’aumento delle sanzioni non porta a risultati tangibili. Sono già state aumentate molte volte senza risultati apprezzabili. È proprio di questi giorni la proposta politica di introdurre il reato di omicidio sul lavoro come soluzione al problema, in modo analogo a quanto fatto nel 2016 con l’introduzione del reato di omicidio stradale. Dal 2016 ad oggi, il nuovo reato non ha contribuito ad un calo significativo del numero di morti sulle strade, se ne registrano sempre più di 9 ogni giorno (Istat 2022). Se venisse introdotto il reato di omicidio del lavoro sarebbe la stessa cosa. Le sanzioni non influenzano i comportamenti umani.
Morti sul lavoro, la causa è spesso il comportamento umano
Il 95% degli incidenti stradali avviene a causa di comportamenti umani a rischio (Fonte Aci Istat), tra i primi tre: distrazione alla guida, mancato rispetto della precedenza, velocità troppo elevata. Nell’industria la causa della maggioranza degli incidenti sul lavoro è legata al comportamento umano. Basta pensare al numero di lavoratori che camminano sui tetti senza protezioni o a quanti guidano il carrello elevatore senza cinture di sicurezza.
Un triste esempio è quello della strage avvenuta a inizio settembre a Brandizzo, dove un treno ha travolto e ucciso 5 lavoratori intenti in un intervento di manutenzione sui binari della linea ferroviaria. Nonostante fosse conosciuta la procedura di operare sui binari solo a interruzione avvenuta, tutta la squadra ha iniziato i lavori in anticipo. In questo caso l’aspetto formale, cioè la presenza di un sistema di gestione della sicurezza, documenti, procedura, formazione ecc non sono stati sufficienti ad assicurare il comportamento sicuro dei lavoratori.
Prevenzione efficace: modificare i comportamenti a rischio
Il comportamento umano, cioè le nostre azioni, quello che facciamo sul lavoro o in strada, è centrale per la prevenzione. La strage di Brandizzo ha dimostrato ancora una volta che non è facile controllare il comportamento umano e che gli strumenti formali e sanzionatori, anche se obbligatori, non bastano. Lisa Servizi si occupa proprio di implementare, in Italia e all’estero, progetti di sicurezza comportamentale (Behavior Based Safety o BBS), uno standard internazionale di riconosciuta efficacia che consente di modificare la cultura organizzativa e controllare i comportamenti umani. L’esperienza del team ha consentito di mettere a punto soluzioni organizzative e tecnologiche efficaci, alcune delle quali hanno vinto premi o sono state riconosciute come buone prassi validate.