Lo Spi Cgil del Veneto ricorda l'impegno del magistrato Francesco Saverio Pavone, recentemente scomparso
Lo scorso 16 marzo è mancato Francesco Saverio Pavone, senza dubbio uno dei magistrati che più si è speso per contrastare e combattere il fenomeno mafioso nella nostra regione. È grazie alla sua tenacia, alla sua dedizione, al suo fiuto investigativo se, negli anni ’90, la “Mafia del Brenta”, associazione di stampo mafioso che terrorizzò il Nord-Est, è stata smantellata.
I valori
Francesco Saverio Pavone era ben consapevole che legalità e giustizia sono valori imprescindibili per una società che si pretenda democratica; anzi, che ne costituiscono la premessa e ne sono baluardo. Una società preda del potere criminale e mafioso è una società povera economicamente, socialmente, civilmente e culturalmente, senza prospettive future, destinata a sopravvivere in un presente opaco e opprimente; dove, in definitiva, le donne e gli uomini non sono liberi di autodeterminarsi secondo le proprie aspirazioni, le proprie volontà. Valori che l’hanno accompagnato in ogni momento del suo percorso di magistrato dove si è sempre speso con il massimo impegno. Impegno che è proseguito anche dopo il pensionamento. L’abbiamo avuto in più di un’occasione anche al nostro fianco, con noi, dello Spi Cgil del Veneto, che abbiamo fatto del contrasto alle mafie uno dei cardini del nostro agire quotidiano. Assieme a lui ci siamo recati nelle scuole, incontrando centinaia e centinaia di giovani studenti argomentando, lui che ne era l’attore principale, di quanto pericolosi siano, per la democrazia, i poteri criminali e le mafie. Era appassionato, coinvolgente, anche impetuoso; affascinava gli studenti. Voleva, pretendeva che prendessero coscienza e consapevolezza che il rispetto delle regole è il fondamento della democrazia e del vivere civile; riteneva la scuola un presidio democratico imprescindibile.
Il ricordo
Per noi che l’abbiamo conosciuto, per le testimonianze di cui ci ha resi partecipi, la sua scomparsa è ancora più dolorosa. Anche nel suo ricordo ancora più incisivo dovrà essere il nostro impegno in questo territorio che purtroppo non vuole capire che non è puro e inviolato, dove invece il rapporto economia, politica e potere criminale e mafioso ha confini labilissimi. Il radicamento malavitoso è profondo; non dobbiamo nascondercelo, tanto che ci rende incomprensibile la recente decisione di non sciogliere il comune di Eraclea per mafia da parte del Ministero dell’Interno, pur essendoci, secondo noi, tutte le premesse. Non possono essere ammesse sottovalutazioni. Anche nel suo ricordo quest’estate ci impegneremo con più forza, con i nostri volontari e con i ragazzi e le ragazze delle nostre scuole nei campi per la “legalità” organizzati nei beni confiscati alla mafia a Erbè (VR), a Campolongo Maggiore (VE) e, da quest’anno, anche a Salvaterra (RO). Questo è per noi il modo per rendere il giusto omaggio a Francesco Saverio Pavone. Solo un nemico subdolo e invisibile poteva sconfiggerlo. Ci mancherà, mancherà a tutti.