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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il mondo della scuola torna in piazza: «Contro questa maturità»

La mobilitazione nazionale contro gli esami scritti e orali anche a Mestre venerdì alle 9 in piazzale Cialdini, con una decina di scuole da tutta la provincia

«Gli immaturi siete voi». Il mondo della scuola si scaglia contro gli esami di maturità, nella modalità in presenza decisa dal ministero, e lancia un appello a scendere in piazza e manifestare in tutte le città d'Italia, domani 4 febbraio. A Mestre l'appuntamento è alle 9 in piazzale Cialdini, a Venezia alle 9.30 in campo San Geremia. «Dopo due anni di didattica a distanza (Dad) - dicono gli studenti Medi - le lacune accumulate e i disagi non ci permettono di essere pronti ad affrontare un esame completo. Non siamo preparati. Chi decide per la scuola non ha fatto gli investimenti necessari, impedendoci di andare a scuola e provocando i danni didattici e psicologici che stiamo tuttora affrontando. L'impegno - affermano - è stato quello di mandarci a lavorare gratuitamente in condizioni di sicurezza inaccettabili. L'unica cosa di cui importa alle istituzioni sono il pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento), i voti e l'esame», affermano, ricordando gli scontri di Torino.

Anche gli studenti di Venezia e Mestre scendono in piazza venerdì contro le nuove linee guida della maturità 2022 nella giornata di mobilitazione nazionale. «Dopo due anni di pandemia, costretti a cambiare totalmente i nostri stili di vita, scolastica e non, sembra che ancora nessuno ci ascolti - dice Ilaria Ballarin, rappresentante d'istituto dello Scarpa Mattei - . A novembre il ministro Bianchi ribadì entusiasta il risultato positivo degli esami di Stato dello scorso anno, annunciando che ci sarebbero stati leggeri cambiamenti per venire incontro ai ragazzi e tornare progressivamente alla normalità, sempre mettendo le nostre necessità e sensibilità al primo posto. Ora però, dopo aver appreso le nuove disposizioni per l'esame di maturità, ci sentiamo presi in giro. Inammissibile pretendere competenze che gli studenti hanno perso a causa del cambiamento nella modalità di insegnamento negli ultimi 2 anni di pandemia. I maturandi non sono mai stati pronti agli esami scritti, e mai lo saranno. Si parla di normalità senza preoccuparsi del fatto che quella normalità non esiste più. Gli immaturi, quelli che non riescono ad assumersi la responsabilità di dire che ancora non sta andando tutto bene e servono provvedimenti straordinari per non mettere le scuole in ginocchio, siete voi».

Meglio una maturità che dia importanza e spazio ai percorsi personali con una tesina e niente scritti, affermano gli studenti. «Ci sono classi disperate, studenti e professori lasciati a se stessi che ora, a meno di cinque mesi dagli esami, si vedono stravolgere programmi e preparazione. Non si mette in dubbio la qualità e le competenze di noi studenti, ma la modalità e il disagio che sono stati protagonisti in questi anni vanno considerati e capiti - argomentano i gruppi studenteschi -. Con la pandemia è arrivato un ulteriore stravolgimento che per fortuna ha eliminato gli scritti, prendendo l'iniziativa politica di coinvolgere gli studenti per scrivere insieme la necessaria riforma». «Ci ritroviamo oggi invece, non ancora al termine della crisi pandemica, con la dad e contagi alle stelle, con un ministero che decide di ritornare al vecchio modello con due scritti e un orale, come se nulla fosse successo - aggiunge Anastasia Galli, studentessa del Foscarini -. Per questo sentivamo l'esigenza di essere in piazza uniti a chiedere al ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi di fare un passo indietro e coinvolgerci».

 «Parlare di ritorno alla normalità solo per le modalità dell'esame di Stato, quando i contagi nelle scuole continuano a divampare e la sicurezza a essere precaria è veramente ipocrita», sostiene Aki Sanson, rappresentante di consulta del liceo Majorana. «Questa piazza - conclude Marco Nimis, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto - com'è giusto che sia è delle scuole, il nostro lavoro è stato quello di dare una mano nel coinvolgere gli studenti e organizzare il tutto per dare forza a delle rivendicazioni che devono essere di tutta la città, per questo abbiamo scelto di lanciarla senza simboli e bandiere. Quello della maturità è un tema che ci tocca tutti». Domani a Mestre studenti da almeno 10 scuole di tutta la provincia di Venezia, anche da Portogruaro.

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