Le mascherine sostenibili per contrastare l'inquinamento dei mari
Sono riutilizzabili e contengono un filtro biodegradabile. Il progetto, "made in Veneto", è sostenuto da Rotary Club e CentroMarca Banca
Le mascherine monouso che quasi tutti indossano per contenere la diffusione della pandemia inquinano, e molto: si calcola che ogni giorno in Italia se ne utilizzino 40 milioni, creando una gran quantità di spazzatura che, se non smaltita correttamente, rischia di restare nell'ambiente per centinaia di anni. Il problema è stato affrontato dal Rotary Club Venezia Castellana e da CentroMarca Banca, che in Veneto stanno promuovendo l'impiego di mascherine sostenibili con filtro biodegradabile: il tutto nell'ambito del progetto mondiale Plastic Free Waters (OP-PFW), promosso da molti Rotariani e IYfroriani.
Mascherine sostenibili
A chilometro zero, essendo realizzate e confezionate da aziende venete, sono state sviluppate le prime mascherine tipo IYFR/PFW. Sono costituite da un doppio strato di cotone, in diversi colori, lavabili e stirabili; sono riutilizzabili a lungo, regolabili e hanno una tasca interna per contenere un elemento filtrante, biodegradabile, sostituibile di volta in volta. Queste mascherine, anche se complete di filtro, non sono presidi medici: sono "mascherine di comunità", previste dal dpcm del 24 ottobre 2020, e il loro uso, come quello delle mascherine chirurgiche, è consigliato in ambienti non fortemente contaminati, a basso rischio di contagio e in presenza di persone asintomatiche.
A favore dell'ambiente
L'obiettivo è evitare che il 35-40% delle mascherine utilizzate ogni giorno in Italia finisca permanentemente nelle nostre acque. Il professor Franco Cecchi, coordinatore della commissione Plastic-Free Waters del Rotary Club Venezia Castellana, evidenzia che, nel caso in cui il filtro vada disperso nell'ambiente, «si biodegrada in un tempo molto limitato, evitando di creare un impatto ambientale disastroso come la mascherina chirurgica di polipropilene». Il presidente del Rotary Club Venezia Castellana, Roberto Salin, conferma che «lo scopo è quindi quello di ridurre la rilevante percentuale delle mascherine chirurgiche non correttamente smaltite che, come ampiamente documentato, finisce in mare».
Il direttore di CentroMarca Banca, Claudio Alessandrini, commenta: «Crediamo fermamente a tutto ciò che direttamente o indirettamente contribuisce alla salvaguardia della salute delle persone e al bene del territorio. L'ambiente, lo sviluppo sostenibile, sono impegni prioritari che vogliamo assumerci per la cura del futuro. L'attività della nostra Banca è e deve essere sostenibile, la qualità è l'unica strada per prosperare nel lungo termine». Per il presidente di CMB, Tiziano Cenedese, «questa iniziativa attesta la nostra ferma volontà di provvedere al bene delle persone e alla sostenibilità dell’ambiente, entrambi valori imprescindibili che definiscono ciò che siamo: un partner che ambisce al cambiamento verso un futuro più consapevole e che desidera la crescita e la rigenerazione del territorio».