rotate-mobile
Attualità Santa Croce / Isola Nova del Tronchetto, 107

Landini in Marittima con 500 delegati affronta il capitolo tasse

Domani il segretario nazionale della Cgil a Venezia

«In Veneto solo 44 mila autonomi su 470 mila dichiarano più di 75 mila euro all'anno: la flat tax rappresenta un nuovo premio per i ricchi». Della questione fiscale, dello sviluppo e della coesione nazionale parleranno 500 delegati della Cgil con Maurizio Landini, a Venezia giovedì 6 giugno, alla stazione marittima dalle 9.30, nell'Auditorium 103.

Evasione

«Nel Veneto si stimano oltre 9 miliardi di imposte evase: una cifra enorme che pesa per l’8,5% sulla quota di evasione nazionale in una regione che produce il 9,3% del Pil italiano - secondo i dati della Cgil del Veneto -. Solo l’1,5% dei contribuenti Irpef dichiara un reddito superiore ai 100 mila euro, e coloro che arrivano alla soglia di 75 mila (quella cui si applica l’aliquota massima), raggiungono appena  il 3,3% del totale. Il Veneto sembra costellato da imprenditori umili, il cui reddito medio (se in contabilità semplificata) risulta pari a 23.173 euro, ossia 1.800 euro annui in più rispetto alla media dei lavoratori dipendenti (per altro ridimensionata da una quota significativa di part time, lavori a termine e stagionalità), tanto che viene da chiedersi che vantaggi possono esserci nell’accollarsi un’impresa se il frutto è così modesto».

Equità e flat tax

Con Maurizio Landini la Cgil affronterà i temi dello sviluppo e dell’equità in un paese in cui la crescita delle disparità sociali costruisce barriere all’espansione economica e alla democrazia. Di qui la sfida per l’apertura di una nuova stagione sul fronte della lotta all’evasione e della politica fiscale con una rimodulazione dell’Irpef che abbassi la tassazione sui redditi da lavoro e da pensione, in un’ottica di progressività. Bocciata la flat tax che, oltre a gravare pesantemente sul bilancio dello Stato, opererebbe un ulteriore squilibrio a scapito delle classi meno abbienti, con un aggravio per i redditi fino a 10.000 euro e vantaggi direttamente proporzionali al crescere della ricchezza.

I penalizzati

«Secondo alcune proiezioni - spiega la Cgil Veneto - il risparmio per chi percepisce 15.000 euro sarebbe pari allo 0,6% del reddito, ma salirebbe sino a raggiungere il 15,3% del reddito a quota 50.000 euro (passando per il  4,6% a 20.000 euro, 6,9% a 25.000 euro, e così via)». «Senza contare il fatto – aggiunge Christian Ferrari, segretario Cgil del Veneto - che l’abolizione degli 80 euro colpirebbe ulteriormente il lavoro dipendente, che i redditi più bassi sarebbero doppiamente penalizzati dai tagli al welfare (sanità in testa), o dall’aumento dell’Iva, e che verrebbero sottratte risorse preziosissime per il rilancio degli investimenti pubblici di cui c’è un bisogno estremo».

Politica economica

«Abbiamo alle spalle – dice Ferrari - una crisi ancora non pienamente superata e il traino, tutto legato alle esportazioni, ci ha ridotto a un ruolo gregario nei confronti del centro Europa, mentre la domanda interna è debole. Per questo serve una virata nella politica economica, uscendo dalla logica delle mance e dei condoni per mettere in campo un grande piano di investimenti finalizzato all’innovazione, alla qualità del lavoro, alle infrastrutture materiali e immateriali, alla qualità ambientale e alla messa in sicurezza del territorio. Ma ciò – aggiunge il segretario - non significa guardare a un’autonomia che veda il Veneto sganciarsi dal resto d’Italia e chiudersi in una nicchia. È interesse anche delle nostre imprese – conclude Ferrari - essere protagoniste di un progetto di politica espansiva che coinvolga l’intero paese».

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Landini in Marittima con 500 delegati affronta il capitolo tasse

VeneziaToday è in caricamento