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Medaglie d'onore ai cittadini italiani internati nei lager nazisti

Tredici sono state consegnate ai familiari dei deportati, sei delle quali a veneziani: Silvio Livan, Raffaele Mazzuccato, Angelo Simioni, Antonio Chersano, Paolino Lionello e Vittorio Vido

Tredici sono state le medaglie d’onore alla memoria consegnate ai familiari dei deportati, internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra. Sei delle quali a cittadini veneziani, lunedì: Silvio Livan, Raffaele Mazzuccato, Angelo Simioni, Antonio Chersano, Paolino Lionello e Vittorio Vido. Gli altri riconoscimenti sono stati attribuiti a Mario Andreatti, Antonio Busatto, Mario Cavezzan, Giovanni Fornaro, Gemiro Fregonese, Armando Gasparotti e Giovanni Battista Zanella.

Riconoscimenti

Ad insignire dei riconoscimenti è stato il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, alla presenza, tra gli altri, del vice presidente del Consiglio regionale Veneto, Bruno Pigozzo, di numerosi sindaci della Città metropolitana di Venezia, e del consigliere della Comunità ebraica di Venezia, Sandra Levis. All'appuntamento hanno preso parte anche gli alunni di alcune classi di scuola primaria e secondaria di primo grado del territorio comunale che hanno eseguito alcuni brani del repertorio musicale ebraico e proposto alcune letture tratte dai volumi "Il banco vuoto - scuola e leggi razziali. Venezia 1938-45" di Maria Teresa Siega e "I racconti dal ghetto di Lodz" di Abram Cytryn.

Persecuzione

«La toccante cerimonia di oggi - ha esordito Colle - mi porta ad esprimere il modo spontaneo il sentimento di vicinanza alle vostre famiglie che hanno avuto un componente che ha subito la deportazione nei lager o nei campi di lavoro nazisti». La vicesindaco, visibilmente commossa, ha poi ricordato l'esperienza vissuta dal padre, giovane paracadutista deportato nel 1944, appena diciottenne, nel campo di Kiel, nel nord della Germania, dopo una retata a Genova, e poi riuscito a tornare a casa. «Ritengo sia necessario - ha evidenziato - non solo ripensare in occasioni come quella che celebriamo oggi a queste storie di vita, in cui la storia diventa tangibile, rendendo omaggio a queste figure emblematiche, ma anche rinnovare i principi dei valori civili. Sono convinta che sia nostro dovere ricordare e far ricordare sempre che sono esistite persone, nel silenzio della storia, che loro malgrado hanno subito il torto della persecuzione, spesso pagando con il sacrificio della propria vita». La cerimonia si è conclusa con l'esecuzione dell'Inno di Mameli da parte del coro dei giovani allievi intervenuti, accompagnati dall'orchestra della scuola media dell'Istituto comprensivo "Filippo Grimani" di Marghera.


 

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